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mercoledì 7 gennaio 2015

“LA SORIM ORA COLTIVI LE FRAGOLE INVECE CHE ESTRARRE SALGEMMA”

SCANZANO JONICO. DOPO LA FINE DELLA STORIA DEL DEPOSITO NUCLEARE, LA SOLLECITAZIONE AL COMUNE

SCANZIAMO LE SCORIE” CHIEDE IL RIPRISTINO DELL'AREA DI TERZO CAVONE



 
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.1.15

SCANZANO JONICO – “La Sorim spa sulle aree di sua proprietà a Terzo Cavone deve coltivare le fragole non tenere in vita pompe e pozzi per estrarre salamoia che non servono più”. Lo ha dichiarato Pasquale Stigliani, portavoce dell'associazione ScanZiamo le scorie, nata in quello stesso 13 novembre del 2003 in cui il Governo Berlusconi decretò di realizzare proprio nelle caverne ricavate dopo l'estrazione del salgemma il deposito unico delle scorie nucleari d'Italia. Così, dopo la chiusura definitiva, si spera, della storia legata all'ubicazione del cimitero atomico, ScanZiamo le scorie ha chiesto di chiudere anche quella dell'estrazione del sale. Lo ha fatto dopo che, nei giorni scorsi, la spa già titolare della concessione mineraria, la Sorim, ha fatto ripulire dalle erbacce le aree in cui insistono le pompe alla sommità dei pozzi. “La Sorim – ha spiegato Stigliani - non è più in possesso di concessione per lo sfruttamento della miniera. E l'area è stata variata urbanisticamente da estrattiva ad agricola. A cosa servono, allora, le 5 pompe ed i 5 pozzi? Il Comune deve chiedere alla spa il ripristino dei luoghi ed un uso previsto dal Piano regolatore. La Sorim coltivi ortaggi”. E questa è la replica del sindaco Salvatore Iacobellis (Pd). “Verificheremo coi legali della fattibilità di una ordinanza di ripristino dei luoghi. Ordinanza che costringerebbe il Comune, in caso di inottemperanza da parte della spa, a metterla in atto addebitando le spese alla società. A quanto ammonterebbero tali spese? Qual'è la situazione economica della spa? Oggi, Sorim, effettivamente, a prescindere dalla manutenzione obbligatoria, in quelle aree può solo esercitare attività agricole”. Ricordiamo che nel 1999, sindaco Mario Altieri, sembrò vicina l'estrazione del salgemma. Che saltò per l'opposizione dell'on. Domenico Izzo (Ppi – Ulivo): “Lo scopo del progetto non è estrarre il sale ma creare caverne per immagazzinarvi rifiuti, anche nucleari”. Il 9 settembre del '99 il presidente della Regione, Angelo Raffaele Dinardo, sospese i lavori: “Manca la valutazione di impatto ambientale”. Seguirono corsi e controricorsi sino al 13 novembre 2003 quando sembrò che le accuse di Izzo erano pronte a divenire realtà. Nelle caverne ricavate dopo aver estratto il sale il Governo voleva immagazzinare scorie radioattive. La rivolta di Scanzano costrinse Silvio Berlusconi a fare dietrofront.

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