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venerdì 27 febbraio 2015

ESPROPRI “GONFIATI”, RISARCIRANNO 275MILA EURO

CORTE DEI CONTI. I FATTI RISALGONO AL 2003. TECNICO E DIPENDENTE DELLA PROVINCIA DI POTENZA

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 26.2.15
 
 La Corte dei conti, Sezione seconda giurisdizionale centrale, ha respinto gli appelli di Luigi Zirpoli, Rosa Lovaglio e Domenico Antonio Santoro, contro la sentenza della Sezione della corte contabile della Basilicata emessa il 10 marzo 2008. Sentenza relativa a pagamenti gonfiati delle trascrizioni di espropri avvenuti negli anni 2003 e 2004. Zirpoli era, all'epoca dei fatti, dipendente della Provincia di Potenza. Lovaglio, tecnico convenzionato dello stesso ente. Santoro era il responsabile dell'Unità di edilizia civile e patrimonio. “Pertanto – si legge nel dispositivo - per l'infondatezza di loro appelli, è stata confermata la condanna di Zirpoli e Lovaglio, con il vincolo della solidarietà, a pagare alla Provincia 275.740,96 euro più rivalutazione monetaria ed interessi. Santoro, invece, risarcirà un danno di 13.787,05 euro. Il geometra Zirpoli dovrà versare all'ente altri 1.300 euro per aver trattenuto, dopo il pensionamento del 1° febbraio 2005, il personal computer assegnatogli in ufficio”. Fu la Procura regionale il 26 giugno 2007 a chiamare in giudizio Zirpoli, Lovaglio e Santoro, chiedendone la condanna per 275.740,96 e per 1.300 euro. Il primo importo venne chiesto per l’80% a Zirpoli e Lovaglio e per il 20% a Santoro. I 1.300 euro vennero contestati solo a Zirpoli. La Procura evidenziò che, a seguito di segnalazione di Santoro, erano state effettuate indagini dalla Guardia di Finanza sulle spese sostenute per la trascrizione degli atti di esproprio nel biennio 2003 / 2004. Da tali indagini emerse che erano state prelevate dalle casse somme maggiori rispetto a quelle necessarie per la trascrizione con un danno di circa 275.000 euro. “Il danno – è riportato in sentenza - venne imputato al comportamento truffaldino posto in essere dal dipendente Zirpoli e dal tecnico convenzionato Lovaglio, nonché alla omissione di vigilanza del dirigente dell’area Santoro”. La tesi accusatoria venne fatta propria dalla Sezione regionale della Basilicata che addebitò a Santoro una quota di danno pari al 5% e lo condannò a pagare 13.787,05 euro in via sussidiaria. La stessa Sezione condannò Zirpoli e Lovaglio, in solido, al risarcimento dell’intero danno di euro 275.740,96. Condannò, inoltre, Zirpoli al risarcire all'ente intermedio i 1.300 euro del pc. Il tutto con rivalutazione monetaria e interessi. Contro la sentenza i tre condannati proposero altrettanti appelli respinti, però, dalla Sezione seconda giurisdizionale centrale presieduta da Stefano Imperiali.


DOPO 15 ANNI

LA GIUSTIZIA “LUMACA”

Quando si dice che la magistratura, in Italia, sia oltremodo lentissima. Nel caso in specie trattiamo della magistratura contabile. Vi sembran pochi, per esempio, circa 15 anni dal verificarsi di un ”fatto” per la definizione di un giudizio? La sentenza definitiva di appello di cui ci occupiamo oggi, quella sulle trascrizioni di espropri gonfiati alla Provincia di Potenza, riguarda eventi verificatisi nel biennio 2003 – 2004 da cui scaturirono indagini che fecero emergere un danno erariale di circa 275.000 euro. Spesso, per la “lontananza” delle questione trattate, abbiamo enormi difficoltà ad indicare ruoli e compiti dei soggetti interessati. Tanto da essere costretti a precisare, nei vari casi, che si tratta del tecnico, del dirigente, del direttore generale, del sindaco, dell'assessore, del consigliere provinciale o regionale, in carica all' “EPOCA DEI FATTI”. Fatti, e personaggi, a volte, dimenticati dall'opinione pubblica pur se, al loro esplodere, fecero, magari, enorme scalpore. Si, sono veramente troppi, anche per la Corte dei conti, 15 anni per definire in giudizio.

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