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mercoledì 13 maggio 2015

UNA RISPOSTA CONTRO LA CRIMINALITA'

LEGALITÀ. SCANZANO REAGISCE ALLA MALA. SERVIZIO DI ASCOLTO. CI SI PUÒ RIVOLGERE AL N. 3779899652. UNA PERSONA RISPONDERÀ 24 ORE SU 24 ASCOLTANDO E RACCOGLIENDO LA DENUNCIA

NASCE IL SERVIZIO “SOS GIUSTIZIA”, GESTITO DALL'ASSOCIAZIONE ANTIMAFIA LIBERA

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 13.5.15


“Mafia e 'ndrangheta sono qui. E sono stati i nostri malavitosi a contattare, come dimostrato dalle operazioni Gentleman, della Dda di Catanzaro, e Neve tarantina, della Dda di Lecce, i calabresi ed i pugliesi. Importante, perciò, è denunciare. Benvenuto ad Sos giustizia nel Metapontino”. Lo ha detto a Scanzano Jonico il sindaco Salvatore Iacobellis partecipando alla presentazione, nel suo municipio, del servizio Sos giustizia, gestito dall'associazione antimafia Libera. Con lui il vicepresidente nazionale dell'associazione, don Marcello Cozzi, ed il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, anch'egli, come Iacobellis, fatto segno nelle scorse settimane di un grave atto intimidatorio. “Da oggi - ha spiegato don Marcello - quanti si sentono minacciati dalla delinquenza o che sono vittime dell'usura potranno rivolgersi al numero 3779899652. Una persona risponderà 24 ore su 24 ascoltando e raccogliendo la denuncia. Saremo poi, noi, ad accompagnare gli interessati da investigatori ed inquirenti”. Don Cozzi ha dato alcuni numeri del servizio sinora dislocato in 8 città d’Italia, fra cui Potenza, ed in 13 punti di ascolto in 14 regioni. “Ad oggi hanno preso contatto con Sos giustizia 1135 persone, prevalentemente vittime di usura ed estorsioni (il 39%) e nella maggior parte dei casi del Sud. L'80% ha accettato di farsi accompagnare nella denuncia alla magistratura”. Iacobellis e Di Trani hanno fatto una sorta di punto della situazione “criminalità” nei loro comuni. “Negli anni scorsi – ha rivelato il primo - Libera si offrì di pitturare due magazzini colpiti da incendi dolosi nel mio Comune. Le due aziende risposero di no. C'era paura a farsi vedere con gli esponenti di questa associazione. E' facile dare del mafioso ad un siciliano. E' più difficile darlo ad uno che si può trovare di fianco al bar. E noi, al centro tra Puglia e Calabria, siamo piattaforma logistica dell'ortofrutta. La mala siciliana, campana, pugliese, segue i soldi. Nei servizi logistici può annidarsi l'illegalità. E basta con le diatribe pubbliche tra la Procura di Potenza e quella di Matera sui fatti criminosi nel Metapontino. Lo Stato deve mostrarsi forte coi delinquenti”. Di Trani, dal canto suo, ha puntato l'indice contro una politica che non riesce a togliere manovalanza ai capi clan. “Noi – ha detto – siamo una regione povera per l'Istat ma ricca di risorse. E c'è gente che non ha casa, lavoro, e che non riesce a mettere insieme pranzo e cena. Questa può essere gente che si dà al malaffare”.


LEGGE. IACOBELLIS E DI TRANI

DUE SINDACI DI FRONTIERA SFIDANO I CLAN

Salvatore Iacobellis e Vito Di Trani, due sindaci anticriminalità, rispettivamente di Scanzano Jonico e di Pisticci, fatti segno, per il loro impegno per la legalità, a due gravi atti intimidatori nelle scorse settimane. Il 12 aprile scorso fu La gazzetta a rendere noto che al primo cittadino di Scanzano Jonico era stata recapitata una testa di agnello mozzata. Il ritrovamento avvenne nella notte del venerdì Santo, il 3 aprile, ma venne tenuto riservato per motivi investigativi. Nel gergo mafioso il macabro regalo di Pasqua a Iacobellis è una chiara minaccia di morte. “La bestia ferita sta reagendo. Ma io non ho paura. Sono il sindaco di questa città da cui o andrà via la gente per bene o i delinquenti. Credo che loro stiano finendo tutti in galera”, disse il primo cittadino già Premio Beneventano dell'associazione antimafia Libera nel 2099. Sul fatto ancora indagano i carabinieri della Compagnia di Policoro. Manovalanza locale in collegamento con 'ndrangheta e Scu l'ipotesi investigativa. Il 25 aprile scorso, invece, ecco la notizia dell'attentato contro il sindaco di Pisticci. Ignoti diedero fuoco nella notte all'auto della moglie, una Micra, parcheggiata nel garage della sua abitazione. “Se qualcuno ha qualcosa da dirmi sono qui – dichiarò Di Trani - ma lasci perdere la mia famiglia. In ogni caso, se pensa di intimidirmi con tali gesti si sbaglia di grosso”. Sull'episodio sono in corso indagini da parte dei Carabinieri della Compagnia del centro della Valbasento con cui il primo cittadino rimase tutta la notte dell'incendio per tentare di risalire ad un movente. E ieri i due sindaci “di frontiera” erano al fianco di Libera per continuare nel loro impegno contro le infiltrazioni malavitose nel Metapontino.

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