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domenica 2 agosto 2015

DOPO LA RIVOLTA. ANIMI AGITATI A SASSO DI CASTALDA

SPOSTATE QUEI MIGRANTI O CI PENSIAMO DA SOLI”

IL SINDACO ROCCO PERRONE: “FINITA LA FIDUCIA”
 
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 2.8.15


“In questo momento non siamo in condizione di ospitare neanche due soli immigrati. Io non sono più in grado di garantire l'ordine pubblico dopo quel che è accaduto venerdì mattina nel nostro centro storico. L'ho detto alla prefettura. Se lo Stato vuole può mandare qui anche 300 migranti ma se ne deve far carico in maniera totale ed integrale”. Sono le parole con cui ieri, attorno alle 12, il sindaco di Sasso di Castalda, Rocco Perrone, in carica dal 2008 con una lista civica che ha definito di centrosinistra, ha manifestato alla Gazzetta il “momento” vissuto nel suo comune dopo la protesta inscenata degli ospiti centroafricani alloggiati negli appartamenti dell'albergo diffuso. A sentire il primo cittadino e qualche abitante le suppellettili date alle fiamme ed il blocco della circolazione sono state una “frattura” nel rapporto di fiducia che negli anni si era creato in questo piccolo centro di neanche 850 residenti e gli immigrati ospitati. Una “frattura” che potrebbe pesare sul processo in atto in Basilicata di integrazione ed accoglienza con la Regione impegnatasi a raddoppiare il numero di ospiti dai 1200 attuali e 2000. Intanto, dopo la mini rivolta attuata dai 51 africani qui alloggiati per chiedere di accelerare le pratiche burocratiche per il riconoscimento del loro status di rifugiati politici od economici o sussidiari, risulta che da ieri mattina il numero migranti sia stato ridotto. E che lo sarà ancora sino al raggiungimento degli standard previsti (20) in base alla popolazione residente in una intesa istituzionale che dovrebbe essere firmata a breve in sede di Ministero dell'interno. La Gazzetta, altresì, ha notizia anche di un intervento della prefettura di Potenza e dello stesso Ministero dell'interno sulla Commissione per i rifugiati di Salerno affinchè acceleri le procedure. Del resto, la Questura potentina ha già prodotto 251 pratiche da far esaminare, più della metà dei richiedenti il proprio status sparsi nei centri della provincia. Ma nessun immigrato, sinora, è stato chiamato a colloquio dal dicembre 2014. Da qui l'esasperazione che ha fatto da “scintilla” alla protesta. Ma ecco ancora il primo cittadino di Sasso: “La popolazione non è più tranquilla. Ha perso serenità e fiducia. Chi ha protestato venerdì ha sbagliato metodo. Avrebbe ottenuto lo stesso risultato legandosi con catene od altro. Invece, aver incendiato materassi e bloccato il traffico ha fatto “pensare” i miei concittadini. Che ora mi dicono che provvederanno da soli se io non sono in grado di far andar via gli immigrati. Possiamo continuare a vivere in questa situazione? Qui la gente adesso ha paura delle cose più strane. Ed io che sono di sinistra e che sicuramente non posso essere accusato di razzismo, spesso, non so cosa rispondere ai timori della mia gente”. Così, a Pietro Simonetti, responsabile dell’Organismo di coordinamento regionale in materia di immigrati e rifugiati politici, è spettato il compito di tentare di smorzare i toni e di riportare la situazione sotto controllo. Guardando non solo a Sasso di Castalda ma a tutta la Basilicata. “Si è trattato – ha detto al nostro giornale – di una piccola protesta per richiamare l'attenzione delle istituzioni sulla condizione di chi, dal dicembre scorso, ancora non conosce neanche la data certa del colloquio in cui sarà riconosciuto il suo status. Si tratta di persone che chiedono i documenti per andar via, magari in altri Stati europei o per ricongiungersi ai familiari. Una protesta da leggere in positivo se servirà ad accelerare le pratiche burocratiche. Certo è, tuttavia, che a Sasso 51 migranti su 850 abitanti sono troppi. Da qui l'intesa tra Regione, prefetture di Potenza e Matera, associazione dei comuni (Anci) e delle province (Upi), per l'approvazione di standard di ospiti in base alla popolazione residente: 20 sino a 5mila abitanti e 30 da 5mila in su. Cento persone solo nel comune dove verrà realizzato l'hub per la prima accoglienza, che durerà al massimo 4 – 5 giorni. Dove sarà realizzato? In un centro del potentino”. Quale? Nessuna risposta da Simonetti. Per ora.


SCHEDA

L'ACCOGLIENZA DIFFUSA
 
Il sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) è il preferito in Basilicata per l'accoglienza diffusa, in piccole comunità, dei migranti. Previsto dalla legge n.189 / 2002 è un sistema pubblico per l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati diffuso in tutta Italia, con il coinvolgimento delle istituzioni centrali e locali, secondo una condivisione di responsabilità tra Ministero dell'interno ed enti locali. Il Ministero dell'interno ha istituito la struttura di coordinamento, il Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali, affidandone la gestione all'Anci (Associazione nazionale Comuni d'Italia). E l'Anci per l'attuazione delle sue attività in materia si avvale della Fondazione Cittalia.

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