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sabato 25 marzo 2017

POLICORO. LA MORTE DEL CARABINIERE GIUSEPPE PASSARELLI. L'ASSOCIAZIONE ANTIMAFIA LIBERA CHIEDE LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI

A DISTANZA DI 20 ANNI I LATI OSCURI SU QUELLO CHE FU RITENUTO SUICIDIO
Giuseppe Passarelli
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 25.3.17
POLICORO - “Passarelli Giuseppe. Omicidio? A distanza di 20 anni dalla morte (nella caserma dei carabinieri di Cassano allo Jonio (CS) dove il 19enne nato nel centro del Metapontino svolgeva servizio, ndr), il 24 marzo 1997, malgrado i ripetuti appelli della famiglia, che sin dal primo momento non ha creduto alla versione del suicidio e che da sempre cerca di svegliare coscienze che abbiano a cuore la ricerca della Verità, nessuno riapre il caso e nessuno si impegna a trovare le risposte ai tanti interrogativi che avvolgono la vicenda”. Lo ha sostenuto l'associazione antimafia Libera Basilicata in un comunicato in cui ha chiesto che “qualcuno cominci ad indagare su un caso archiviato tre volte come suicidio. Che si riaprano le indagini. Che si riesumi il corpo. Che si utilizzino le nuove tecniche che la scienza mette a disposizione per capire cosa realmente cosa accadde 20 anni fa. Che si approfondiscano le dichiarazioni dei commilitoni. Che si cerchi di capire perché la divisa del ragazzo fosse imbrattata di terra. Che si approfondisca l’esito dell’autopsia fatta dopo la morte che mette in evidenza contraddizioni rispetto alle dichiarazioni rilasciate”. Ed ancora: “Vogliamo risposte che chiariscano la dinamica dei fatti, le responsabilità dirette, le eventuali responsabilità per i tanti silenzi, per le omissioni, per le false dichiarazioni. Vogliamo che si accerti se siano vere o meno quelle “voci di popolo” che parlano “di una sparatoria all’esterno della caserma quella mattina”. Ma non è finita. Libera: “Vogliamo che gli inquirenti verifichino la corrispondenza tra la pistola da cui è fuoriuscito il colpo e quella in dotazione a Giuseppe. Vogliamo che, pur non essendo mai stata ritrovata la scheda di armamento della pistola di Giuseppe e il cui duplicato risulterebbe andato distrutto in un incendio, gli inquirenti decidano di comparare le schede di armamento degli altri carabinieri in servizio. Si potrebbe riaprire il caso grazie ad un nuovo elemento non preso in considerazione nell’inchiesta: l’inesistenza della scheda di armamento”. Infine, un appello: “Sosteniamo i familiari e chiediamo a tutti, dai cittadini di Cassano alla Jonio, agli ex colleghi di Giuseppe, ai soccorritori degli ospedali di Castrovillari (CS) e di Cosenza, di contattarci a basilicata@libera.it per darci ogni piccolo elemento utile nel ricostruire cosa successe quel 24 marzo 1997”.

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