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giovedì 29 giugno 2017

TURSI. CANONI DEI TERRENI NON RISCOSSI. ASSOLTI IL SINDACO COSMA, L'EX LABRIOLA, ALTRI AMMINISTRATORI E DIRIGENTI. IL PRIMO CITTADINO ED IL SUO PREDECESSORE: “GIUSTIZIA È STATA FATTA”

TURSI, LA PIAZZA CENTRALE

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 29.6.17

TURSI - “Giustizia è stata fatta. E' stata riconosciuta la nostra buona amministrazione nella vicenda dei canoni dei terreni non riscossi che ci ha visti coinvolti da parte della Corte dei conti. Siamo molto soddisfatti della nostra assoluzione”. Lo hanno dichiarato il sindaco, Salvatore Cosma, a capo della lista Per Tursi in prima persona e coordinatore provinciale di Ap, ed il suo predecessore Giuseppe Labriola, dopo la loro assoluzione da parte della prima Sezione giurisdizionale di appello della Corte contabile. “La Sezione – ha reso noto l'avvocato Nicola Gulfo, difensore di se stesso come ex assessore e di Giuseppe Veneziano, ex dirigente comunale ed ora commissario liquidatore della Comunità montana Basso Sinni - ha integralmente riformato la sentenza della Sezione giurisdizionale della Basilicata ritenendo che la contestata omissione di provvedimenti, connotata da incertezza interpretativa ed operativa, non integrava il requisito della colpa grave e che non sussisteva un rapporto di causalità del comportamento contestato ai condannati con il danno”. Ricordiamo che gli ex ed attuali amministratori e due ex dirigenti all'epoca dei fatti, 1 gennaio 2005-31 dicembre 2009, furono condannati in primo grado a risarcire il Comune per 122.662 euro. La somma fu così suddivisa: Vincenzo Popia (ex assessore), Cosma, Giuseppe Modarelli (ex assessore), Gaetano Bruno (ex assessore), e Salvatore Cavallo (ex assessore e capogruppo di Per Tursi in prima persona in carica), 6.133 euro ciascuno; Labriola, Antonio Caldararo (ex assessore ed attuale vicesindaco) e Gulfo 10.222 ognuno; Veneziano 42.931; Ubaldo Latronico (ex dirigente) 18.400. Ma ecco l'assoluzione. Cosma: “Ha vinto l'onestà ed il perbenismo di amministratori che in buona fede avevano fatto gli atti sugli usi civici. Abbiamo condotto una battaglia di giustizia che abbiamo vinto. La sentenza ci premia sotto l'aspetto della buona amministrazione”. “L'ingiustizia – ha detto Labriola, di professione avvocato – è stata colmata. Finalmente ci è stata riconosciuta, sia pure un secondo grado, la correttezza di quel che avevamo fatto come amministratori. Avevamo operato nell'interesse della popolazione”. Con Gulfo hanno composto il collegio di difesa i legali Ignazio Lagrotta, Ubaldo Latronico ed Antonia Antezza.

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