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mercoledì 7 febbraio 2018

SERIO (CIA) E BATTIFARANO (CONFAGRICOLTURA) CATEGORICI CONTRO IL CAPORALATO: “CHI SFRUTTA I BRACCIANTI SARÀ ESPULSO DALLA NOSTRE ORGANIZZAZIONI”

NICOLA SERIO (CIA)
FRANCESCO PAOLO BATTIFARANO (CONFAGRICOLTURA(

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.2.18
POLICORO - “Pugno di ferro” delle organizzazioni professionali agricole della Basilicata per i loro associati accusati e, magari, condannati per caporalato. Sia Nicola Serio, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia), sia Francesco Paolo Battifarano, presidente di Confagricoltura Basilicata, hanno sostenuto che “saranno espulsi i titolari delle imprese per i quali saranno dimostrati dalla magistratura a loro carico i reati di intermediazione illecita di manodopera e di sfruttamento del lavoro agricolo”. “Purtroppo – ha detto Serio – il caporalato, è vero, è duro a morire anche nella nostra regione. Nonostante una legge durissima che prevede la confisca dell'impresa. Evidentemente ci sono imprenditori che non temono le leggi o che non vogliono ottemperare ad esse. Cosa li spinge a servirsi dei caporali? E' difficile dirlo. Quel che, invece, come Cia, io ribadisco, è che lo sfruttamento della manodopera non è giustificato per nessun motivo. Il rispetto della persona e dei diritti dei lavoratori e indispensabile. Se sta bene il dipendente sta bene l'azienda. Altrimenti non sarà così. Lucrare sul lavoro altrui è un delitto per cui il nostro codice etico prevede, ripeto, l'espulsione”. E Battifarano ha aggiunto: “Purtroppo ci sono cattive abitudini, come quelle di rivolgersi ai caporali per ottenere braccianti da sfruttare, che difficilmente passano. La lotta, però, contro il caporalato non mi pare impossibile. Oggi c'è una legge che mette sullo stesso piano caporale ed azienda agricola. Chi utilizza questo tipo di “assunzioni” rischia il sequestro dei beni. La crisi, probabilmente, spinge a servirsi dei caporali. Fa bene, tuttavia, la magistratura a “bastonare” anche chi paga a cottimo. La legge c'è, quindi, anche molto severa, e bisogna rispettarla. Anche il codice etico di Confagricoltura prevede prima la sospensione e poi l'espulsione per gli associati per cui sarà dimostrato il loro cointeressamento in inchieste sullo sfruttamento illecito della manodopera”.

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