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venerdì 2 marzo 2018

SCANZANO JONICO. TRAFFICO DROGA, A MICHELE PUCE 16 ANNI, NOVE A ROCCO RUSSO E OTTO A FRANCESCO GAETA. CONDANNE IN CORTE DI APPELLO DI TARANTO PER OPERAZIONE “NEVE TARANTINA”. NIENTE ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

IL TRIBUNALE DI TARANTO
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 2.3.17

SCANZANO JONICO – Sedici anni di detenzione per Michele Puce per le accuse di spaccio di stupefacenti e di detenzione di armi; nove a Rocco Russo ed otto a Francesco Gaeta per spaccio di droga. Sono le condanne comminate dalla Corte di appello di Taranto, presieduta da Antonio Del Coco, al termine delle udienze del processo di secondo grado seguente all'operazione “Neve tarantina”, comminate ai tre lucani finiti nell'inchiesta. La sentenza ha sancito la caduta dell'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Da qui la condanna quasi dimezzata per Puce rispetto a quella di primo grado, trenta anni di reclusione, e ridotta di più di un terzo per Gaeta, che era stato condannato a 27 anni. I due, lo ricordiamo, sono di Scanzano Jonico. Pena confermata, invece, per Russo, di Tursi, per il quale in primo grado il pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione. Ma ecco la dichiarazione dell'avvocato Livia Lauria, difensore di Puce, appena resa nota la sentenza del giudice Del Coco: “Sono molto contenta che la Corte di appello si sia resa conto dell'inesistenza del reato di associazione a delinquere ma resto ancora basita nel vedere il mio assistito ricevere una condanna a 16 anni. Il tutto per capi di imputazione satelliti come detenzione di armi ed episodi di spaccio quando la documentazione alla base delle indagini è assolutamente inidonea a rilevarne la responsabilità soggettiva ed ancora di più per una pena di questa misura. Faremo ricorso per Cassazione appena lette le motivazioni”. Ricordiamo che al termine del processo di primo grado a carico di 12 persone il collegio giudicante inflisse le pene maggiori proprio a Puce ed a Gaeta. Pene che andarono ben oltre quelle chieste dal pubblico ministero Alessio Coccioli, 14 anni per Puce e 12 per Gaeta. Neve Tarantina, coordinata dal pm Coccioli dell'Antimafia di Lecce e dal sostituto procuratore di Taranto Lucia Isceri, aveva portato alla luce, secondo l'accusa, il 14 gennaio del 2014, un’associazione ritenuta mafiosa dedita al traffico di stupefacenti che attraverso tre differenti canali di rifornimento, Colombia, Bari e Gioia Tauro, riusciva ad alimentare il mercato tarantino degli stupefacenti. Ora, però, i giudici di secondo grado hanno cancellato il reato associativo.

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