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domenica 7 ottobre 2018

GOMORRA LUCANA. NELL'ORDINANZA DEL GIP SETOLA TUTTI I PERCHE' DELLA CONTESTAZIONE DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA AL GRUPPO SCHETTINO

UNA FASE DEL MAXIBLITZ DI GIOVEDI' SCORSO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.10.18

SCANZANO JONICO La Gomorra del Metapontino. Tutti i perchè della contestazione di associazione mafiosa al gruppo guidato da Gerardo Schettino sono nell'ordinanza del Gip del tribunale di Potenza, Lucio Setola, emessa su richiesta del Procuratore distrettuale Francesco Curcio. Un'ordinanza di 611 pagine, con 205 capi di imputazione nei confronti degli indagati. Ma ecco il capo d'accusa contro il clan Schettino formulato dagli inquirenti: “Gli esiti delle indagini portano a ritenere fondata la contestazione di associazione mafiosa mossa al gruppo Schettino. Risulta acquisito un grave quadro indiziario da cui emerge l’operatività (fin dal 2011, e tutt’ora perdurante) di un gruppo criminoso capeggiato da Schettino e che vede come principali esponenti Domenico Porcelli e Nicola Lo Franco. Gruppo che si struttura con rispetto di ruoli e gerarchie; si è reso responsabile di estorsioni ad attività economiche della fascia jonico-lucana; si è imposto sul territorio con l'utilizzo della forza, sia per imporsi su soggetti antagonisti che per ottenere un clima di generale omertà”. Ma per i magistrati vi sarebbe anche altro: “Il gruppo dispone di svariate armi, anche da guerra, utilizzate per la realizzazione dei reati fini, e spesso portate in pubblico al fine di incutere paura e generare omertà e sudditanza; ha contatti con gruppi mafiosi pugliesi e calabresi, con cui è in affari per traffici di armi e stupefacenti; si impone nel contesto criminale locale attraverso la contrapposizione armata (come nel caso del tentato omicidio di Rocco Russo) e la repressione violenta dei contrasti interni; ricicla i proventi illeciti (anche) attraverso investimenti immobiliari, con intestazioni fittizie di beni”. Ed ancora: “Il clan vede i capi (Schettino e Porcelli) continuare a mantenere i contatti ed a dare disposizioni anche dal carcere; garantisce le somme necessarie per il sostentamento degli affiliati (in particolare se detenuti) e delle loro famiglie, e per le spese legate all’attività difensiva; punta ad infiltrarsi nel settore degli appalti pubblici (vedi le estorsioni dirette ad acquisire appalti e sub-appalti nel post-sisma in Abruzzo); vede i vertici del gruppo dirigere e gestire gli affari del sodalizio per lunghissimo tempo (ed anche durante i periodi di restrizione carceraria e domiciliare), impartendo direttive ed ordini che nessuno degli affiliati osa contestare o non rispettare; ricicla in attività economiche apparentemente lecite i proventi delittuosi”.


DOMANI INTEROGATORI DI GARANZIA DI GERARDO SCHETTINO, ROCCO RUSSO E DOMENICO PORCELLI. VENERDI' SCORSO ALTRI INTERROGATORI DI ALCUNI DETENUTI A MATERA. E IERI INTERROGATO DE PADOVA


Entra nel vivo la procedura giudiziaria derivante dai 25 arresti ordinati dal gip del tribunale di Potenza, Lucio Setola, su richiesta del Procuratore distrettuale della Repubblica Francesco Curcio, nell'ambito della cosiddetta “Gomorra del Metapontino”. Domani, infatti, interrogatorio di garanzia per Gerardo Schettino, difeso dall'avvocato Livia Lauria, e Rocco Russo, assistito dal legale Giuseppe Labriola. Schettino e Russo vengono considerati dagli inquirenti come i “boss” di due dei clan sgominati a Scanzano Jonico ed a Tursi. Interrogatori che si svolgeranno nel carcere di Melfi. Sempre nella città federiciana e sempre domani si svolgerà anche l'interrogatorio di Domenico Porcelli, l'uomo che i magistrati della Direzione distrettuale antimafia considerano il braccio destro di Schettino. Venerdì scorso, invece, interrogatori per alcuni dei detenuti (Giovanni Bruno, Leonardo Donadio, Mario Lopatriello) nel carcere di Matera. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere con i loro difensori che hanno depositato una dichiarazione in cui hanno sostenuto di non essere stati messi in condizione di studiare gli atti alla base dell'ordinanza del gip Setola. Ieri mattina, infine, udienza di convalida per Giuseppe De Padova, arrestato a corollario della stessa operazione, in cui era indagato, in flagranza per detenzione di stupefacenti. Il suo difensore, Pietro Damiano Mazzoccoli, ha precisato che il suo assistito si trova agli arresti domiciliari e non in carcere.

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