Visualizzazioni totali

sabato 6 ottobre 2018

LA GOMORRA LUCANA. “GOLE PROFONDE” TRA LE FORZE DELL'ORDINE? CACCIA ALL'UNICO INDAGATO SFUGGITO ALLA CATTURA. E SI INDAGA ANCORA. SARANNO ASCOLTATE PERSONE INFORMATE DEI FATTI

UNA FASE DEL MAXIBLITZ DEL 4 OTTOBRE SCORSO
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 6.10.18
SCANZANO JONICO - Il giorno dopo il blitz antimafia che ha dato scacco ai clan del Metapontino. E' caccia all'unico indagato sfuggito alla cattura. E si indaga ancora. Saranno ascoltate persone informate dei fatti. “Gole profonde”, intanto, nelle forze dell'ordine? E ieri al via gli interrogatori di garanzia. Il maxiblitz scattato alle 3.30 di giovedì a Scanzano Jonico, Montalbano Jonico, Tursi, Nova Siri e Policoro, dunque, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Potenza non è concluso. Si cerca un latitante tra i 25 soggetti per cui il gip del Tribunale di Potenza, Lucio Setola, ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta del Procuratore distrettuale Francesco Curcio. L’inchiesta su estorsioni e droga ha portato alla scoperta sulla costa jonica lucana, secondo la magistratura, di “una realtà criminale di eccezionale pericolosità”. Ma le indagini proseguono anche su un altro fronte: quello volto ad ascoltare come informati dei fatti i testimoni di gravi intimidazioni ad oggi non ancora identificati. Da qui le ordinanze di custodia in carcere per molti elementi dei tre gruppi poiché “le stesse indagini – si legge nell'ordinanza Setola - potrebbero essere pregiudicate dalla permanenza in libertà delle sopraindicate persone che potrebbero avere interesse ad avvicinare i testi al fine di condizionare future dichiarazioni. D’altronde, emerge la forza intimidatrice e l’uso della violenza del gruppo criminale Schettino proprio in relazione all’inquinamento delle prove”. Ma non è finita. Per gli inquirenti “c'è il concreto pericolo che gli indagati acquisiscano informazioni da alcuni appartenenti alle forze dell’ordine non meglio identificati”. Insomma, si cercano anche possibili “gole profonde” tra gli investigatori. Inchiesta a pieno ritmo, quindi, nel mentre ieri sono cominciati nel carcere di Matera gli interrogatori di garanzia. Interrogatori che proseguiranno nei prossimi giorni anche nelle carceri di Melfi e di Santa Maria di Capua Vetere in cui sono stati trasferiti alcuni degli arrestati. Ricordiamo che nell'ordinanza firmata dal gip Setola, 611 pagine, vi sono 205 capi di imputazione nei confronti di quelli che la Procura distrettuale ha individuato come “i tre sodalizi criminali (clan Schettino, di Scanzano Jonico, guidato dall'ex carabiniere Gerardo Schettino; gruppo Russo, di Tursi, diretto da Rocco Russo; e gruppo Donadio, di Montalbano Jonico, capeggiato da Leonardo Donadio), sgominati con gli arresti”. 

IL MAXIBLITZ CON UNITA' CINOFILE

LE ORIGINI DELL’INDAGINE NELLE NOTTI DI FUOCO DEL 2011

SCANZANO JONICO -L’indagine trae origine nei fatti del 6 giugno 2011, allorchè si verificarono due incendi dolosi: il primo ai danni dell’azienda di commercializzazione agroalimentare di Piraccini Valchirio, in Scanzano Jonico; il secondo interessò, in Policoro, l’autotreno di Gallo Domenico, piccolo autotrasportatore. Un altro attentato incendiario si verificò il 14 giugno 2011, ai danni dell’azienda di Gobbi Maurizio di Cesena, con sede operativa in Scanzano presso l’opificio di Gallicchio Antonio”. Così nell'ordinanza del gìp del tribunale di Potenza, Lucio Setola, sono indicati i primum movens che diedero inizio al procedimento penale scaturito nel maxiblitz di giovedì scorso. Attacchi incendiari di cui il nostro giornale si occupò. L'8 giugno 2011 con l'articolo “Notte dei fuochi. Il Metapontino sotto lo schiaffo del racket”. Nel testo era riportato: “Due incendi dalla chiara origine dolosa hanno attaccato una struttura di commercializzazione di ortofrutticoli a Scanzano Jonico ed un piazzale dell'azienda di autotrasporti di Domenico Gallo, a Policoro. Così, tutto il Metapontino si trova sotto lo schiaffo del racket”. Ed il 15 giugno successivo La gazzetta scrisse: “Scanzano Jonico. La criminalità brucia un'altra azienda” in cui venne descritto l'incendio doloso all'azienda di Gallicchio. Nel testo si leggeva: “Ore 2 della notte di ieri. La criminalità ha dato fuoco ad un'altra azienda del settore ortofrutticolo. E' la terza in 7 giorni tra Scanzano Jonico e Policoro. E' la sfida della malavita organizzata alle istituzioni. Lo stillicidio di attacchi dura da anni. Impunito”.

Nessun commento:

Posta un commento