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martedì 5 febbraio 2019

SCANZANO JONICO. SCACCO MATTO AL CLAN SCHETTINO. IL DIARIO DEL BLITZ ANTIMAFIA “CENTOUNO” MINUTO PER MINUTO

BLITZ. CARABINIERI IN AZIONE NELLA NOTTE TRA DOMENICA E LUNEDI'
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 5.2.19

SCANZANO JONICO – La notte più lunga del centro del Metapontino è cominciata attorno alle 3.30 di ieri, quando è scattata l'ennesima Operazione condotta dalla Procura della Repubblica delle Direzione distrettuale antimafia. Il fortissimo rombo di un elicottero ha svegliato i residenti nel centro abitato. Ovviamente, ha svegliato anche il cronista che non ci ha messo molto a capire. Il mezzo aereo era a poche centinaia di metri dal tetto delle case con un potente faro puntato in una precisa direzione. Poi, volteggiando, si è portato su un'altra postazione. La notte di Scanzano Jonico, la città ferita da anni di attentati incendiari notturni rimasti per la gran parte irrisolti, a partire dal 1990 in poi, faceva i conti, grazie all'azione meritoria della magistratura e dei carabinieri, con se stessa. Giocoforza scendere in strada. Una decina le postazioni organizzate dai carabinieri davanti ad altrettanti obiettivi. Con il faro dell'elicottero che squarciava la notte. Così, abbiamo visto pattuglie davanti ad una casa del quartiere popolare di Largo San Francesco; nella centralissima piazza De Gasperi; altre nella zona di espansione Scanzano Due. Altri uomini erano in azione a Policoro, ma in numero ridotto. Il tutto ricordava quanto avvenne nella notte del 4 ottobre scorso con il blitz delle forze dell'ordine nell'operazione Rusca, sempre condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. Alle 5.45 un comunicato della Procura della repubblica di Potenza-Direzione distrettuale antimafia diradava un po' le tenebre. Ventuno arresti erano in corso dalle 3.30 tra Scanzano Jonico e Policoro a carico di altrettanti affiliati ad un clan mafioso attivo nei due centri del Metapontino. Ad eseguire le misure cautelari emesse dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Potenza, su richiesta della Dda, erano i carabinieri del Comando provinciale di Matera e del Ros, della Compagnia e del Nucleo operativo e radiomobile di Policoro. Le 21 persone interessate erano ritenute, a vario titolo, responsabili di aver fatto parte di una associazione a delinquere di stampo mafioso, dedita al racket delle estorsioni, tentati omicidio, incendi ai danni di aziende operanti nel settore orto-frutticolo, rapine e spaccio di stupefacenti. Nell’operazione, si è saputo dopo che era stata denominata Centouno, erano impegnati 150 carabinieri collaborati da unità cinofile e con il supporto di un elicottero. Il comunicato informava che dettagli sull’operazione sarebbero stati forniti in conferenza stampa nella Procura della Repubblica di Potenza guidata dal procuratore Francesco Curcio. Sul campo, però, il cronista era a caccia di obiettivi. Epicentro dell'operazione, a questo punto, terminate le perquisizioni domiciliari e le notifiche dei provvedimenti ai soggetti coinvolti, era diventata la Compagnia di Policoro. Qui abbiamo visto arrivare le pattuglie con gli arrestati a bordo. Poi, di nuovo Scanzano Jonico. Alle prime luci dell'alba hanno cominciato a trapelare altre notizie. I provvedimenti restrittivi rappresentavano lo sviluppo dell’indagine che aveva portato il 4 ottobre del 2018 ad un'altra lunga notte di Scanzano Jonico: quella contro il clan che, secondo l'Antimafia di Basilicata, era guidato dall'ex carabiniere Gerardo Schettino, detenuto da quella data. Le persone entrate nell'Operazione in fase di esecuzione sono considerate da inquirenti ed investigatori come “la manovalanza” del clan. Ed è venuta fuori anche l'altra notizia. Tra di loro vi sarebbero anche mandanti ed esecutori dell'attacco che nella notte del 19 ottobre 2018 venne portato proprio contro il cronista della Gazzetta. Un attacco, e questa verità era stata tenuta nascosta per non creare eccessivo allarme, con una bomba carta. Poi, nella mattinata, le auto dei carabinieri con le persone arrestate sono partite da Policoro verso il carcere di massima sorveglianza di Melfi.

OPERAZIONE "CENTOUNO"
L'ALTRA LUNGA NOTTE DI SCANZANO JONICO IL 4.10.18. ALLE ORE 3.30 SCATTO' IL BLITZ INTERFORZE CONTRO IL CLAN SCHETTINO COORDINATO DALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI POTENZA

SCANZANO JONICO – L'altra lunga notte del centro del Metapontino scatto anch'essa alle 3.30 ma del 4 ottobre 2018. Si trattava del blitz interforze contro quello che i magistrati inquirenti definirono il “Clan Schettino”. Il blitz, anche allora, venne coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Potenza. Alle 3.40 di quella notte il cellulare del cronista squillò. Chi telefonava spiegò che il centro urbano era “invaso” da forze dell'ordine, carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza. Giocoforza scendere in strada. Non ci volle molto a capire. Le squadre in azione avevano obbiettivi mirati. Pattuglie composte da 4 mezzi, alcuni civetta, posizionatesi davanti agli obiettivi sensibili: ne vedemmo due nel quartiere di Santa Sofia; un'altra in una zona di espansione nei pressi della 167; un'altra ancora davanti agli appartamenti realizzati nell'area Scanzano due; due nell'agro rurale. Il tam tam cominciò a rullare. Il quadro iniziò a schiarirsi. Dalle 3.30 era scattata una vasta operazione anticrimine nel Metapontino coordinata dalla Procura distrettuale di Potenza. In fase di esecuzione tra Scanzano Jonico, Tursi, Nova Siri, Policoro e Montalbano Jonico, decine di perquisizioni domiciliari. Imponente lo schieramento in campo: 170 carabinieri, 70 poliziotti, 70 finanzieri. Con loro un nucleo guastatori ed unità cinofile. In ausilio alle forze di “terra” anche allora un elicottero. Nel “mirino” vi era, secondo l'accusa, il “Clan Schettino”, guidato dall'ex carabiniere Gerardo. Una pattuglia era entrata nella sua casa di campagna, nella zona di Recoleta. Le altre erano davanti alle abitazioni di altri soggetti ritenuti dall'Antimafia affiliati al clan. Al centro dell'indagine traffici di droga, estorsioni, attentati incendiari dolosi notturni, reati che sarebbero stati commessi negli ultimi otto anni nell'intero Metapontino ma, in particolare, a Scanzano Jonico. Filtrarono altre news. Le perquisizioni erano finalizzate, in 25 casi, anche alla notifica di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Potenza, Lucio Setola, su richiesta del procuratore distrettuale della Repubblica, Francesco Curcio. Delle 25 ordinanze citate 12 erano in carcere e 13 ai domiciliari. Il blitz, altresì, non era in atto solo a Scanzano Jonico ma anche a Nova Siri, Policoro, Tursi e Montalbano Jonico. Attorno alle 6 del mattino, con l'arrivo dell'alba, altre notizie. L'operazione riguardava non solo il “Clan Schettino” ma anche altri due sodalizi considerati dalla Dda criminali, il “Gruppo Russo”, di Tursi, ed il “Gruppo Donadio”, di Montalbano Jonico.

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