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martedì 6 agosto 2019

IL COMUNE DI SCANZANO J. VERSO LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE NEI PROCESSI CONTRO I CLAN

L'OPERAZIONE CENTOUNO DEL 4.2.19
SCANZANO J. – Il Comune del centro del Metapontino verso la costituzione di parte civile nei procedimenti intentati dalla magistratura verso quanti sono stati coinvolti nelle due operazioni antimafia Crusca e Centouno dei mesi scorsi. Tanto si evince dopo l'interrogazione presentata dalla consigliera di opposizione, Maria Giovanna Merlo (Scanzano Libera), e dalla risposta indiretta, tramite la Gazzetta, del sindaco Ripoli. Merlo: “Dopo due Consigli comunali aperti ed una fiaccolata in occasione dell'incendio doloso che distrusse l'auto del dirigente dell'ufficio tecnico, Marcello Iannuzziello, ho ritenuto opportuno chiedere al primo cittadino di trasformare la solidarietà espressa con parole alle persone che hanno subito danni anche con un atto formale della Giunta comunale. E ciò a tutela del nostro territorio. E' vero che occorre aspettare i tre gradi di giudizio per affermare la colpevolezza di chi è accusato ma io ritengo che l'amministrazione debba far capire che sta dalla parte della legalità. Quale modo migliore che non la costituzione in giudizio?” Ed ecco la risposta di Ripoli: “Stabiliremo sotto il profilo strettamente tecnico la possibilità della nostra costituzione nei processi. Credo, però, che la risposta sarà positiva tanto che delibereremo in merito nel prossimo Consiglio. Stante anche la richiesta della minoranza. Non essendo noi parte lesa nei procedimenti in corso, tuttavia, non sappiamo, al momento, a quando sono state fissate le udienze. Ferma restando la presunzione di innocenza per quanti sono indagati preciso che è stata l'immagine collettiva di Scanzano Jonico che ha subito sicuramente dei danni. Valuteremo sotto il profilo tecnico, ripeto, la nostra costituzione in giudizio e se sarà possibile, come credo, decideremo di conseguenza”. 

IL MAXIBLITZ RUSCA DEL 4.10.18
 LE DUE LUNGHE NOTTI DELLE OPERAZIONI RUSCA E CENTOUNO


SCANZANO JONICO – Le due lunghe notti dei blitz condotti dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Potenza contro clan considerati mafiosi scattarono nel centro del Metapontino e dintorni alle 3.30 del 4 ottobre e del 4 febbraio scorsi. Si trattava delle Operazioni denominate Rusca la prima e Centouno la seconda. In entrambe il centro urbano venne “invaso” da forze dell'ordine. Si trattò di vaste operazioni anticrimine. Il 4 ottobre furono eseguite tra Scanzano Jonico, Tursi, Nova Siri, Policoro e Montalbano Jonico, decine di perquisizioni domiciliari. Imponente lo schieramento in campo: 170 carabinieri, 70 poliziotti, 70 finanzieri. Con loro un nucleo guastatori ed unità cinofile. In ausilio alle forze di “terra” anche allora un elicottero. Al centro dell'indagine traffici di droga, estorsioni, attentati incendiari dolosi notturni, reati che sarebbero stati commessi negli ultimi otto anni nell'intero Metapontino ma, in particolare, a Scanzano Jonico. Le perquisizioni erano finalizzate, in 25 casi, anche alla notifica di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Potenza, Lucio Setola, su richiesta del procuratore distrettuale della Repubblica, Francesco Curcio. Il 4 febbraio una sorta di continuazione con l'operazione Centouno. Alle 5.45 un comunicato della Procura della repubblica di Potenza-Direzione distrettuale antimafia informò che 21 arresti erano in corso tra Scanzano Jonico e Policoro a carico di altrettanti affiliati ad un clan mafioso attivo nei due centri del Metapontino. Ad eseguire le misure cautelari emesse dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Potenza, su richiesta della Dda, erano i carabinieri del Comando provinciale di Matera e del Ros, della Compagnia e del Nucleo operativo e radiomobile di Policoro.

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