lunedì 26 gennaio 2015

“L'AUMENTO DEI BARILI DI PETROLIO NON PORTA BENEFICI ALL'ECONOMIA”

SCANZANO JONICO. IL FOCUS SULLE ATTIVITA' DI IDROCARBURI PROMOSSO DA “SCANZIAMO LE SCORIE” E PARROCCHIA

CON LE ESTRAZIONI DI GREGGIO IMPATTO AMBIENTALE E SCARSA OCCUPAZIONE

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 26.1.15



SCANZANO JONICO - “Pollice verso” per le estrazioni petrolifere sia per la mancata crescita demografica ed economica sia per l'incremento dei problemi di tipo ambientali da parte di ricercatori e docenti universitari, associazioni ambientaliste, esponenti della chiesa cattolica. Tanto, almeno, è venuto fuori da un convegno su “Quale economia e quali rischi dal petrolio per il territorio lucano? Bene comune e salvaguardia del creato” organizzato dall'associazione ScanZiamo le scorie e dalla parrocchia Maria Santissima Annunziata. Preceduto dalla proiezione del video “Mal d'Agri”, di Mimmo Nardozza, Marcella Di Paolo e Salvatore Laurenzana, e dai saluti del parroco, don Antonio Polidoro, e del sindaco del centro jonico, Salvatore Iacobellis (Pd), è stato Pasquale Stigliani, portavoce di ScanZiamo le scorie, il primo dei relatori. Stigliani ha riferito di non aver trovato sui siti web della Regione informazioni sull'ammontare delle royalties ricevute. “Qualche dato – ha detto Stigliano – l'ho trovato sul sito del Ministero dello sviluppo economico. Eppure la Regione dal 2008 al 2014 ha ricevuto centinaia di milioni di euro. Perchè non pubblicare i dati relativi?” A seguire, il geologo Giampiero D’Ecclesiis ed il ricercatore dell'Università Federico II di Napoli, Ivano Scotti, si sono soffermati sulle questioni ambientali ed economiche delle estrazioni. D'Ecclesiis ha spiegato di aver proceduto alle analisi di acqua e fanghi della sorgente di Bosco Autieri e di avere trovato concentrazioni elevate di bario e di manganese. Scotti ha citato uno studio condotto a Marsicovetere, area estrattiva, sugli indici demografici e di vecchiaia. Ebbene, il confronto degli stessi indici col resto della regione non è risultato diverso. Ha concluso il dibattito, moderato dal giornalista Filippo Mele, il docente dell'università della Basilicata Ettore Bove: “Per 30 – 40 anni l'energia dovrà fare i conti ancora con i materiali fossili. E se è vero che il costo del barile è sotto ai 50 euro appena i conflitti in Siria ed Ucraina cesseranno ci sarà la corsa a perforare dappertutto. Cosa volete che importerà alle compagnie petrolifere della Basilicata abitata si e no da 600mila persone? Non hanno perforato in Campania e Puglia. Lo hanno fatto in Basilicata e Molise. Temo che nei prossimi anni da noi si sperimenteranno sistemi di perforazione in zone vulnerabili da un punto di vista sismico”.

IL SACERDOTE DELLA CHIESA DELL'ANNUNZIATA

LA “CROCIATA” DI DON ANTONIO, PARROCO ANTITRIVELLE

SCANZANO JONICO – Una parrocchia militante, quella dell'Annunziata, nella cui sala riunioni si è svolto un convegno sulle estrazioni petrolifere. Parrocchia guidata da don Antonio Polidoro. Il parroco si è schierato coi vescovi dell'Abruzzo e del Molise che hanno preso posizione contro le trivelle: “Le conferenze episcopali di quelle due regioni si sono occupate di territori minacciati da progetti con gravi rischi ambientali e socio – economici citando proprio quelli di sfruttamento energetico di tipo petrolifero. E ciò, dopo aver ascoltato le popolazioni. Si tratta di scelte rischiose per salute ed ambiente che non affrontano le piaghe della recessione e della disoccupazione. Per la gente si tratta di una sopraffazione dell'economia turistica ed agricola. Siate, perciò – ha concluso don Antonio ricolto ai presenti – protagonisti e non spettatori nella salvaguardia del creato”.







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