SCORIE NUCLEARI.
LA BASILICATA NON CI STA
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 6.1.14
“Grazie,
no. Abbiamo già dato all'Italia il nostro petrolio. Nessun sito
della Basilicata, perciò, sarà concedibile per il deposito delle
scorie radioattive. Nè ci sarà alcuna nostra autocandidatura”. Lo
ha dichiarato il presidente della Regione, Marcello Pittella, dopo il
rinfocolarsi delle polemiche sulla scelta dell'area dove sarà
realizzato il deposito unico dove stoccare le scorie nucleari del
Belpaese con annesso parco tecnologico. Polemiche scoppiate non solo
in Basilicata ma anche in altre regioni, segnatamente la Sardegna,
dopo che la Sogin, la spa interamente pubblica incaricata dal Governo
di progettare e realizzare le due strutture, ha consegnato, il 2
gennaio scorso, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee
(Cnapi) all'Ispra, l'Istituto nazionale deputato ai controlli in
materia di nucleare ed ambiente. Entro due mesi Ispra dovrà
consegnare la Cnapi, corredata dai suoi pareri, al ministero dello
Sviluppo economico per percorrere la road map disegnata per la
scelta del sito. Ed a proposito, il “governatore” ha ribadito:
“Siamo stati contro nel 2003 alla scelta di Scanzano Jonico, ed io
sono stato in prima fila in quella battaglia, e lo saremo anche nel
2015. Anzi, apprendo con favore dalla Gazzetta che Scanzano è fuori
dalla “Carta”. In cui, però, potrebbero esserci altri siti
lucani. Ma io non ho notizie ufficiali in merito. Mi attiverà subito
con Sogin, Ispra, e Governo, per avere dati inoppugnabili. La
Basilicata, tuttavia, ripeto, vuole essere tenuta interamente fuori
da questa scelta. Nè ci saranno nostre autocandidature”. Insomma,
“No” netto a priori come richiesto dagli ambientalisti lucani.
Pittella, altresì, non si è sottratto neanche da una riflessione
sulle accuse di alcuni esponenti No triv per i quali “l'ammuina”
sollevata sulle scorie nucleari non è altro che il tentativo di far
dimenticare il proliferare delle trivelle. “La nostra posizione
sulla questione è chiara: nessuna nuova concessione fuori dagli
accordi del 1998 con l'Eni e del 2006 con la Total. E no a trivellare
i nostri mari. Di più. L'interesse delle compagnie per l'oro nero
sta scemando. La stessa Total rinvierà di almeno un anno i suoi
interventi a Corleto Perticara”. Nessuna interferenza, infine, con
le proteste anti Tempa rossa di Taranto “pur se i tecnici hanno
asserito che la realizzazione dei depositi previsti nel progetto
porterebbe ad una riduzione dell'inquinamento nella città pugliese”.
VELENI.
SECONDO UNA FONTE ISTITUZIONALE IL COMUNE JONICO NON RIENTRA NELLE
AREE POTENZIALMENTE IDONEE
CIMITERO
ATOMICO, SCANZANO E' FUORI
MA
NELLA “MAPPA” SOGIN DEL 2010 FIGURAVANO ALTRI SEI CENTRI LUCANI
Il
cimitero atomico e la Basilicata. Qual'è il punto? Scanzano Jonico,
già individuato nel 2003 come deposito delle scorie nucleari
d'Italia, è fuori dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente
idonee (Cnapi) ad ospitare il nuovo deposito consegnata dalla Sogin
spa all'Ispra. Questo, almeno, è quanto ha dichiarato alla Gazzetta
di ieri una fonte istituzionale che ha voluto mantenere l'anonimato.
La Cnapi, infatti, è top secret. E Scanzano sarebbe fuori anche dal
deposito geologico dove andranno stoccate le scorie di terza
categoria “poiché l'Italia – per la stessa fonte – sta
lavorando con i partner dell'Ue ad un sito unico in un Paese europeo
che non è il nostro”. Dichiarazioni che hanno tacitato il sindaco
della città jonica, Salvatore Iacobellis (Pd), e gli antinucleari
“reduci” dalla battaglia vinta nel 2003 contro il Governo
Berlusconi che aveva decretato di interrare rifiuti radioattivi del
Belpaese nel salgemma di Terzo Cavone. Ma la stessa Gazzetta
il 24 settembre 2010 pubblicò i nomi di sei comuni lucani, Matera,
Montescaglioso, e Montalbano Jonico, in provincia di Matera, più
Banzi, Palazzo San Gervasio, e Genzano di Lucania, in provincia di
Potenza, con una parte del territorio idonea per la realizzazione del
deposito. E ciò secondo una fonte a conoscenza della mappa Sogin di
allora. Sarà cambiato qualcosa oggi?
DENUNCIA. IL
DEPUTATO SALENTINO DIEGO DE LORENZIS (M5S) HA PRESENTATO
UN'INTERROGAZIONE AL MINISTRO DELL'AMBIENTE GALLETTI
“TEMPA
ROSSA”, A TARANTO CRESCONO I DUBBI
SI TRATTA DEL
TERMINAL DI ENI DOVE IL PETROLIO ESTRATTO A CORLETO SARà STOCCATO
PER LA SPEDIZIONE VIA NAVE
Crescono a Taranto i
dubbi sul progetto Tempa rossa. Si tratta del terminal di stoccaggio
della raffineria Eni dove il petrolio estratto e già trattato a
Corleto Perticara sarà stoccato per la spedizione via mare. Il
deputato salentino Diego De Lorenzis (M5S), infatti, ha presentato
un'interrogazione al ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti. “A
Taranto – ha sostenuto De Lorenzis - si sono già verificati
tornado e trombe d’aria nel 2012. Cosa potrebbe succedere se questi
si abbattessero sui serbatoi della raffineria di Taranto? Il Comitato
Legamjonici nelle sue osservazioni ha fatto riferimento a queste
situazioni ed ai rischi di incidente rilevante che potrebbero
verificarsi in seguito a forti eventi metereologici. Infatti, non è
garantita la resistenza degli impianti ad una potenza del vento
superiore ai 97,2 km/h. Basta pensare che una tromba d’aria di
grado F2 è pari alla potenza di 180/250 km/h. Dobbiamo aspettare che
sia il “destino avverso” a determinare un incidente rilevante o
la politica può impedire che queste disgrazie possano accadere?
Renzi ed Emiliano cosa dicono? Continuare a far finta di nulla,
aumentando i serbatoi di idrocarburi sul territorio rappresenta una
incoscienza, un rischio preso sulla pelle dei tarantini”. Nella sua
interrogazione il deputato pentastellato ha chiesto al ministro
Galletti se sia a conoscenza dei fatti esposti e se possa riferire in
che fase si trova la stesura del Rapporto definitivo di sicurezza sul
progetto Tempa rossa. Inoltre, i 5 stelle hanno chiesto anche di
sapere quali siano i tempi utili e definiti per legge per la
presentazione agli organi competenti dello stesso rapporto, affinché
si possa avviare la costruzione degli impianti e l’esercizio
dell’attività.
credo sia proprio così. il sito non ne ha le caratteristiche.
RispondiEliminaDel resto è inutile fare il tiro della corda, basta vigilare e vedere. La materia è in profonda evoluzione e la discussione sembra molto trasparente, questa volta.
Pio