UN
DOLORE ATROCE. GRAZIELLA LAGUARDIA, MADRE DI ANTONELLA FAVALE,
ESTRATTA SENZA VITA DALLE MACERIE DI VICO PIAVE, A MATERA, UN ANNO
FA, NON SI DÀ PACE
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 11.1.15
POLICORO
- “Antonella è sempre con me, la porto nel mio cuore. Ed ogni
giorno vado al cimitero a trovarla ed a parlare con lei. Spesso
ricordo quando scendeva al terminal bus, qui vicino, che tornava da
Matera. Ma il dolore mio e di tutta la famiglia è troppo grande. Lei
aveva un animo d'oro”. Sono parole di Graziella Laguardia, 61 anni,
la mamma di Antonella Favale, l'insegnante di 31 anni estratta senza
vita dalle macerie della palazzina crollata in vico Piave, a Matera,
alle 7.20 dell'11 gennaio scorso. Ad una anno da quella tragica
perdita questa mamma non si è data ancora pace. Non c'è stato
bisogno di domande perchè lei parlasse, presenti le nipoti Filomena
e Pasqualina Laguardia, nella sua casa di via Puglia: “Io ero a
Policoro, con mio marito Gaetano. Viviamo qui da 30 anni ma per
motivi di lavoro siamo stati 7 – 8 anni a Matera. E le mie due
figlie, Antonella ed Adele, sono rimaste nella città dei Sassi.
Antonella aveva preso due lauree, entrambe con 110 e lode. A marzo
2014 avevamo festeggiato la sua seconda laurea al ristorante, al
Castello. Era molto buona. Aiutava tutti. Quella mattina mi telefonò
il marito di Adele e mi disse di andare subito a Matera che era
crollato il palazzo dove Antonella viveva”. Il racconto, a questo
punto, è stato interrotto dal pianto. Accadrà più volte. “Quando
siamo arrivati a Matera, un altro strazio. Mia figlia era sotto le
macerie, non la trovavano ancora. Quante preghiere ho fatto. Quanti
santi ho implorato, Dio e Gesù. Dalle 9 del mattino alla sera tardi
quante volte ho sperato che la trovassero viva. Ci mandavano
all'ospedale e poi di nuovo a vico Piave. Sino a quando, alle 2 della
notte, mi hanno dato la notizia. Ma Antonella era stata rinvenuta
morta attorno alle 21. Noi non abbiano avuto il miracolo. Quante
volte ho sperato che l'avrei riabbracciata”. Ed ancora pianto
dirotto. “Antonella aveva una cultura paurosa. Gli piaceva
studiare. Faceva ripetizioni. Aiutava i bambini disabili. Sorrideva a
tutti. E, come consolazione, col consenso del marito, a cui voglio
bene come ad un figlio,
abbiamo potuto portarla al cimitero di Policoro. Vado ogni giorno
sulla sua tomba”. Cosa si aspetta ora questa madre dal cuore
infranto? “Ho passato le feste di Natale a piangere. Ma i colpevoli
sono liberi. Girano per Matera. Nessuno li ha fermati. Se ci sono
responsabili debbono pagare. Noi vogliamo giustizia. Se ci sono
colpevoli che paghino. Noi, tra poco, riprenderemo a pagare la metà
del mutuo di una casa che non c'è più. Per altri tredici anni. Vi
sembra giusto? Chi ci ha fatto il credito ha detto: trovate il
colpevole e fatelo pagare. Pagheremo un mutuo per una casa crollata.
Voglio giustizia. Chi ha fatto del male deve andare in galera. Chi è
responsabile della morte di Antonella deve pagare. Io mi aspetto
sempre che mia figlia deve tornare. Anche se – ha concluso
Graziella – so che non tornerà più”.
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