OPERAZIONE “GENTLEMAN”, POSSIBILI NUOVI SVILUPPI DALL'INDAGINE
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 28.2.15
POLICORO – L'Operazione gentleman,
scattata il 16 febbraio scorso a Cassano alla Jonio contro il clan
degli zingari, una delle 'ndrine calabresi emergenti, e contro i suoi
addentellati nel Metapontino, continua. Nelle ultime ore,
addirittura, le attività di indagine coordinate dalla Procura di
Matera, con il procuratore capo Celestina Gravina ed il pm Alessandra
Susca, e condotte sul “campo” dagli uomini della Guardia di
finanza del Comando provinciale e della Compagnia di Policoro, si
sono fatte più serrate. E, nonostante il profondo riserbo mantenuto
da inquirenti ed investigatori, non sono esclusi a breve nuovi
provvedimenti cautelari in carcere. Sotto la “lente” i traffici,
intensi, per milioni di euro, di stupefacenti che dalla Puglia
raggiungevano la Calabria e viceversa. Lungo la 106 Jonica. Il
“business” della “Gentleman”, infatti, stava proprio nei
movimenti di droga che dal Sud America e dall'Albania arrivavano a
Cassano allo Jonio, anche via Basilicata, e da qui in tutta Italia.
Alcuni carichi, del resto, sono stati intercettati proprio dai
finanzieri di Policoro. Trentatre le persone, come è noto,
destinatarie di fermi su ordine della Direzione distrettuale
antimafia di Catanzaro. Due sono stati eseguiti a Policoro, quello di
Giambattista Serio, 38 anni, e di Giacomo Solimando, 50, fratello di
Filippo, 46 anni, nato nel centro jonico ma residente a Corigliano
Calabro. Filippo Solimando e Luigi Abbruzzese, 25 anni, per i
magistrati, avrebbero soggiogato la “locale” di Corigliano e la
‘ndrina degli zingari di Cassano allo Ionio. Tra gli indagati,
altresì, vi è pure Gerardo Schettino, di Scanzano Jonico, ex
carabiniere, detenuto a Santa Maria di Capua Vetere per una sentenza
passata in giudicato. Alla Procura di Matera, in particolare,
attendono in risultati degli esami balistici condotti sulle armi
sequestrate nel Metapontino. Armi che potrebbero “parlare” e dire
molto sulla loro passata e recente attività. Anche la documentazione
sottoposta a sequestro è in fase di analisi. Si attende, inoltre, la
relazione degli esperti della Sopraintendenza ai beni archeologici
della Basilicata sul reperti risalenti al quinto secolo avanti Cristo
sottoposti anch'essi a sequestro giudiziario. Altri risultati
importanti, infine, potrebbero arrivare dallo studio, tutt'ora in
corso, delle telefonate e delle chat con cui i soggetti coinvolti
nell'Operazione comunicavano.
IL RISCHIO DI INFILTRAZIONI MALAVITOSE
QUEI LEGAMI CON LE
COSCHE DELL'ALTO JONICO COSENTINO
POLICORO – Gli investigatori stanno indagando a fondo sui rapporti tra Scanzano Jonico e Policoro da una parte e Cassano allo Jonio e Corigliano Calabro dall'altro. E pur se l'Operazione gentleman contro il clan degli zingari dei due centri calabresi ha avuto il primum movens in quelli lucani, c'è la convinzione che il suo “cuore” sia nella regione confinante. Gli addentellati locali sarebbero, appunto, tali. Non ci sarebbero, cioè, sul territorio depositi o raffinerie di droga né cosche nel senso stretto dell'organizzazione mafiosa. Ovviamente, chi sta conducendo le indagini nel Metapontino confida nella collaborazione dell'opinione pubblica. Il rischio infiltrazione di 'ndrangheta, sacra corona unita, camorra, nell'area più fertile, nonostante la crisi, della Basilicata si potrà arginare se la guardia rimarrà alta da parte di magistratura, forze dell'ordine e società civile.
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