CRACO.
ENTRO IL 3 MARZO L'ISPRA DARA' IL SUO PARERE SULLA CARTA NAZIONALE
DELLE AREE POTENZIALMENTE IDONEE
DELIBERA
DEL COMUNE. IL SINDACO: “IL CIMITERO ATOMICO SI REALIZZI ALTROVE”
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1.2.15
CRACO
– “Autocandidarsi ad ospitare il sito unico delle scorie
radioattive d'Italia nel caso il nostro territorio rientrasse tra i
siti potenzialmente idonei? Grazie, no”. Lo ha “certificato”,
con delibera di Giunta, il Comune lucano simbolo dello sfasciume
idrogeologico. Ed il sindaco Pino Lacicerchia ha rincarato la dose:
“Il deposito unico dei rifiuti nucleari serve. Siamo d'accordo che
si faccia. Ma lo si faccia al Centro – Nord. Non può essere sempre
il Sud il ricettacolo di tutto quel che si produce, di negativo, in
Italia. Del resto la più grande quantità di scorie non è nelle
regioni centrali e settentrionali? Allora, anche per motivi
logistici, il cimitero atomico si faccia in quelle realtà”.
Insomma, il primo cittadino sembra che mandi a dire: “Non nel mio
giardino ma nel tuo”. Accadrà? La prossima tappa dell'iter per la
scelta del sito prevede che entro il 3 marzo l'Ispra (Istituto
di protezione e ricerca ambientale) dia il suo parere sulla Cnapi
(Carta
nazionale delle aree potenzialmente idonee) elaborata dalla
Sogin
(la
spa pubblica incaricata di smantellare
gli impianti nucleari). Poi, si attenderanno autocandidature di
Comuni e Regioni.
Ci saranno? Craco, nell'attesa, ha inviato la sua deliberazione alle
sedi regionali dell'Anci (Associazione nazionale Comuni d'Italia); al
presidente della Regione, Marcello Pittella; ed al presidente del
Consiglio, Matteo Renzi. “Per noi – ha continuato il nostro
interlocutore – si tratta di un atto di trasparenza nei confronti
della comunità oltre che di un contributo a tenere alta
l'attenzione. Per questo ho invitato i sindaci ed i presidenti delle
Regioni del Mezzogiorno, anche raccogliendo le sollecitazioni delle
associazioni ambientaliste, ad
adottare un provvedimento simile assicurando un impegno in tal senso
ai propri cittadini”. Impegno derivante anche dal fatto che, ogni
volta che si è parlato di localizzazione di cimitero atomico, il
nome di Craco, con quello di Montalbano Jonico e della loro zona
calanchiva, è sempre venuto fuori. “Si – ha confermato
Lacicerchia. Il fatto è che noi, pur essendo l'emblema del dissesto
idrogeologico della Basilicata, non siamo censiti nella banca data
dell'Ispra in cui vi sono solo le aree urbane danneggiate da frane e
non quelle rurali, come nel nostro caso. Da qui il nostro no a priori
ad ogni ipotesi di localizzazione del sito unico nazionale delle
scorie da noi”.
“SCRIVIAMO INSIEME UN
FUTURO PIU' SICURO”
E LA SOGIN LANCIA DOMANI
LA CAMPAGNA INFORMATIVA
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