IRSINA. L'ARCIVESCOVO SALVATORE LIGORIO E IL MARTIRE CHE RIPOSA
NELLA CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 16.3.15
IRSINA - “Si, dobbiamo aiutare la
gente ad avere devozione per San Vittore il cui corpo bruciato si
trova nella cattedrale di Santa Maria Assunta. Grazie alla Gazzetta
per la sollecitazione”. Lo ha detto l'arcivescovo di Matera ed
Irsina, Salvatore Ligorio, da noi interpellato sulla vicenda di San
Vittore, il soldato romano che diede la sua vita, con il compagno
d'arme Sostene, per salvare, senza riuscirci, quella di Sant'Eufemia.
La salma, annerita dalle fiamme, è custodita nella cattedrale ma
nella città meta del turismo religioso più importante della
Basilicata non c'è stata, sinora, una sola iniziativa, una festa,
una celebrazione, un convegno di studi, che ricordasse questo martire
della chiesa. “E' vero – ha concordato l'arcivescovo. Talvolta ci
sono santi che rimangono nascosti nella loro santità e divinità.
Come, nella stessa Matera, San Giovanni da Matera. Dobbiamo aiutare
la gente ad aver fede in questi santi”. Non potevamo non ricordare,
a questo punto, al nostro interlocutore che, secondo gli studiosi di
storia locale, San Vittore non ha molta popolarità tra gli irsinesi
perchè quando le sue spoglie arrivarono alla stazione si scatenò
una tempesta che distrusse tutti i raccolti. Ed il presule: “Dobbiamo
superare queste credenze per non fa scader la devozione nella
superstizione. Dobbiamo aiutare a crescere nella fede”. Si può
sperare, allora, nella riscoperta religiosa di San Vittore?
“Certamente – ha concluso mons. Ligorio. Lo faremo insieme ai
sacerdoti ed al popolo santo di dio”. Ad Irsina, intanto, c'è chi
punta sulla figura del martire, da abbinare a quella di Sant'Eufemia,
per confermarsi leader del turismo religioso. De resto, un filo rosso
lega i due santi. Antonio Buonanno, cultore di tradizioni popolari
irsinesi: “Quando fu ricostruita la cattedrale dal 1776, poi aperta
al culto nel 1802 da mons. Michele Arcangelo Lupoli, si pensò di
riunire qui Sant'Eufemia con San Vittore. Eufemia, nata nel 288, a 15
anni, abbracciò la fede cattolica. In Calcedonia agiva il proconsole
di Roma Prisco che tentava di applicare gli editti di Diocleziano. E
quando la fanciulla dichiarò di essere cattolica Prisco ne ordinò
il martirio. Ma tutte le torture non potevano nulla contro di lei.
Così il proconsole ordinò a due soldati romani, Sostene e Vittore,
di darle fuoco. Ma loro disubbidirono decretando la loro fine.
Morirono sulla croce, bruciati vivi”.
NUOVA ATTENZIONE
UNA RISCOPERTA DI RADICI CONDIVISE
IRSINA - La Gazzetta si è occupata più
volte di San Vittore, la cui salma è custodita nella cattedrale di
Santa Maria Assunta. Dopo averne raccontato la storia, il 5 luglio
scorso, sentì, il 28 dello stesso mese, l'assessore Eufemia
Verrascina e lo studioso Antonio Buonanno. Verrascina parlò di un
convegno e di una delibera con un premio ai neonati che sarebbero
stati chiamati Vittore. Buonanno accettò l'ipotesi di Comitato “Pro
San Vittore”. Il 16 settembre scorso, poi, il sindaco Angelo
Raffaele Favale disse: “Con parrocchia e curia organizzeremo una
festa a San Vittore. Ed è allo studio un convegno”. Da allora, il
niente. Ora, ecco l'impegno dell'arcivescovo Salvatore Ligorio sulla
riscoperta di uno dei martiri della chiesa.
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