LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 6.6.15
ROTONDELLA – “Qui non ci sono né
allarmi né pericoli. Stiamo già lavorando per individuare la causa
dell’innalzamento oltre i limiti stabiliti per legge di alcune
sostanza in alcuni dei punti dove vengono effettuate campagne di
monitoraggio delle acque superficiali”. Lo ha detto Giuseppe
Spagna, direttore del Centro di ricerche dell’Enea della Trisaia.
Ieri, siamo andati a “tastare il polso” della situazione dopo
l’allarme scaturito nell’opinione pubblica dalla notizia diffusa
da Sogin, la spa deputata alla messa in sicurezza dei siti atomici
dismessi come il locale Itrec, e dallo stesso Enea. “Provvederemo –
ha continuato il nostro interlocutore - a redigere il piano di
caratterizzazione ed informeremo le autorità dell’evoluzione di
quanto verificato”. Da dove possono essere derivate le sostanze
(trielina, cromo esavalente, ferro, idrocarburi totali) riscontrate
nelle acque di falda in misura superiore ai valori limite massimi di
legge? “In particolare – ha spiegato il direttore del Centro -
abbiamo riscontrato valori superiori significativi di trielina.
Stiamo indagando sulla fonte”. Ed ancora. In quanti punti di
prelievo sono stati riscontrati “innalzamenti”? Spagna: “In
alcuni dei dieci punti della rete sia interni all’area Sogin sia
interni alla nostra area”. Abbiamo insistito. Su dieci punti di
prelievo della rete piezometrica, quanti sono risultati alterati?
“Alcuni”. Ovviamente, abbiamo chiesto considerazioni al tecnico a
noi di fronte sulla possibilità che le sostanze riscontrate nelle
acque sottostanti a Sogin – Enea possano essersi diffuse anche
nelle falde acquifere esterne. Questa la risposta che abbiamo
ricevuto: “Dalle misure effettuate e da come sono conformati i
punti di prelievo ritengo di escludere una contaminazione esterna. La
rete dei punti prelievo, poi, è stata concordata con l’Arpa
Basilicata. Noi, tuttavia, abbiamo attivato il nostro Nucleo di
radioprotezione per altre misure ancora più approfondite. Il sistema
è in fase di attivazione”.
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