LA PROCURA DI MATERA HA APERTO UN
FASCICOLO CONTRO IGNOTI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 22.8.15
Nicola Serio |
Franco Coppola |
Francesco Manzari |
Prosegue nel Metapontino l'indagine
della Procura di Matera sul fenomeno annoso ed odioso del caporalato.
Fenomeno contro cui i sindacati dei lavoratori chiedono più
controlli alle forze dell'ordine nel mentre attaccano gli
imprenditori agricoli responsabili di servirsi della intermediazione
illegale della manodopera. Ma i vertici di Confederazione italiana
agricoltori (Cia) e Coldiretti non ci stanno e promettono: “Cacceremo
dalle nostre organizzazioni quanti utilizzeranno i caporali ed il
lavoro in nero”. Ma andiamo con ordine. L'indagine della Procura
materana ha preso il via dopo che un bracciante di 42 anni, Arcangelo
De Marco, di San Giorgio Jonico (TA), è stato ricoverato il 5 agosto
scorso in coma al San Carlo di Potenza. Si tratta del “ramo”
lucano dell'inchiesta, a più vasto raggio, aperta sul fenomeno dalla
magistratura in Puglia. Anche l'indagine su de Marco aveva avuto
inizio a Trani salvo scoprire a posteriori che l'uomo lavorava per
una azienda agricola di Metaponto quando si è sentito male. Da qui
il trasferimento dell'inchiesta alla Procura di Matera. Che ha
incaricato dei doverosi accertamenti i carabinieri di Metaponto.
Questi ultimi, a quanto risulta alla Gazzetta, hanno già inviato il
loro rapporto agli inquirenti. Stando agli accertamenti finora
compiuti, De Marco era assunto regolarmente nell'azienda in cui
lavorava in un vigneto e dove si è sentito male. Tuttavia, il
riserbo degli investigatori sul caso è totale. De Marco, intanto,
trasportato in eliambulanza da Metaponto al San Carlo 16 giorni fa è
in condizioni stazionarie nel reparto di rianimazione. In prognosi
riservata. I medici stanno cercando di capire le cause che hanno
provocato la sua grave condizione fisica per arrivare ad una diagnosi
precisa. Il bracciante sarebbe stato colpito da un attacco cardio -
respiratorio che avrebbe provocato il cattivo afflusso di sangue al
cervello causa del coma. I sanitari, oltretutto, non hanno potuto
fare accertamenti sull'ipotesi di avvelenamento da fitofarmaci perchè
il paziente è arrivato in ospedale privo di gran parte degli abiti
su cui, in tali casi, si ricercano le sostanze tossiche. Insomma, si
indaga nel mentre si cerca di salvare la vita al 42enne di San
Giorgio Jonico. La vicenda, tuttavia, ha fatto esplodere quella
generale sul caporalato. “Gli imprenditori agricoli – ha detto
Franco Coppola, segretario provinciale della Uil – la debbono
smettere di parlare di difficoltà di mercato e di costi impossibili
ed altro per giustificare il ricorso al lavoro nero. Bisogna
applicare i contratti. Ci vogliono più controlli delle forze
dell'ordine. I nuovi schiavi sono sia italiani sia stranieri. Anche
se la cosa, ovviamente, non cambia”. Si sono dichiarati fortemente
contro il ricorso al lavoro illegale, però, anche i rappresentanti
delle organizzazioni professionali agricole da noi interpellati come
Nicola Serio, vicepresidente regionale della Cia, e Francesco
Manzari, direttore provinciale di Matera della Coldiretti. Entrambi
si sono detti pronti ad espellere dalle loro organizzazioni quanti
risulteranno implicati in vicende di assunzione di manodopera per il
tramite di caporali. Senza giustificazione alcuna.
Nessun commento:
Posta un commento