lunedì 24 agosto 2015

CALAMITÀ NEL METAPONTINO. FABBRIS (TERRE JONICHE): “SOLO SPICCIOLI PER POTER METTERE IN SICUREZZA IL TERRITORIO DEVASTATO”

LE AREE IN PERICOLO RESTANO QUELLE COMPRESE NELLA CONFLUENZA DELLE FOCI DI BRADANO, BASENTO, SINNI

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 24.8.15


POLICORO - “I Comuni stanno spendendo i soldi che hanno ricevuto dalla Regione per risanare le ferite dell'alluvione che colpì il Metapontino l'8 e 9 ottobre 2013. Stanno rifacendo strade rurali ed urbane, marciapiedi, argini di canali e torrenti. Ma si tratta di spiccioli rispetto agli oltre 200 milioni si euro che servono per mettere in sicurezza il territorio”. Lo ha dichiarato Gianni Fabbris, portavoce sin dalla costituzione, dopo il cataclisma del marzo 2011, del Comitato Terre joniche, nato per sollecitare interventi contro i flagelli atmosferici “annunciati” che hanno interessato i centri dell'arco jonico lucano. Comitato che, oltre a battersi per gli indennizzi per i danni patiti da agricoltori, commercianti, imprenditori, si è reso protagonista di una di “ricognizione” dei nodi critici, autentiche “spade di Damocle”, che erano presenti sul territorio che va dal Bradano al Sinni. Quanti di quei “nodi” sono stati sciolti? “Pochissimi. Alcuni interventi sono stati fatti su alcuni argini grazie alle nostre iniziative come scioperi della fame e quant'altro. La Regione ha stanziato dopo marzo 2011, 7,5 milioni di euro. Spesi quasi tutti per arginature. Per la messa in sicurezza del Metapontino, però, servono 250 milioni di euro. I 7,5 milioni sono una goccia. Ed i loro effetti non si vedono. Ma qualcosa hanno ottenuto. Ad esempio. Con quei soldi è stato sistemato il canale Toccacielo che attraversa Nova Siri Marina. Ebbene, quel canale, nelle alluvioni del 7 ed 8 ottobre 2013, non ha dato fastidi. Diciamo che, sinora, dal 2011, è stato fatto il 10% di quel che ci sarebbe da fare”. Se ad ottobre arriveranno nuove “bombe d'acqua” sul Metapontino, quindi, sarà di nuovo alluvione? “Le aree in pericolo – ha spiegato il nostro interlocutore - sono quelle comprese nella confluenza delle foci del Bradano (con rischi per il Parco archeologico di Metaponto) e del Basento (da Torre Accio in poi) e quelle della valle del Sinni. E c'è l'annosa questione dei canali di bonifica sporchi ed intasati da erbacce e rifiuti vari”. Che fare? “A fine mese – ha concluso Fabbris – ci riuniremo in assemblea. Occorre una Conferenza regionale sulla prevenzione delle alluvioni e la sicurezza dei fiumi. Ci sta lavorando un gruppo di lavoro di cui faccio parte. Nei primi mesi del 2016 la Conferenza dovrebbe essere convocata per lanciare una grande opera di tutela del territorio”.


LA REGIONE SINORA HA STANZIATO SOLO 5 MILIONI

IRRISOLTA LA QUESTIONE DEGLI INDENNIZZI AI DANNEGGIATI

POLICORO - “Nelle alluvioni del marzo 2011 ed in quelle dell'ottobre e dicembre 2013 si sono verificati nel Metapontino 45 milioni di euro di danni ad agricoltori, commercianti, imprese varie, cittadini. Abbiamo proposto che 15 li debba stanziare la Regione, 15 lo Stato, e 15 i privati, rinunciando a rivendicarli. La Regione, sinora, ne ha stanziati soltanto cinque”. Ma Gianni Fabbris, portavoce di Terre Joniche, non ha rinunciato all'idea che il massimo ente territoriale possa soddisfare la richiesta. “Noi stiamo spingendo affinchè a fine anno la Regione stanzi altri 5 milioni. E perchè approvi una legge per distribuire questi indennizzi. Speriamo arrivi per fine anno. Con l'assessore Luca Briaia, poi, abbiamo aperto un discorso per una norma che regoli in modo strutturale, e non sulla base dell'emergenza, la materia dei rimborsi dei danni subiti in caso di calamità naturali”.

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