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QUEL PAESE IL “SOGNO” È UNA REALTÀ TURISTICA. OLTRE 15MILA
PRESENZE.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 28.8.15
Giuseppe Ranoia, al centro, con alcuni protagonisti del "Sogno" |
Andrea Bernardo |
COLOBRARO
- “Stasera sarà l'ultima del “Sogno di una notte a quel paese”
con gli ultimi cinque percorsi museali, teatrali, eno - gastronomici
ed etno – musicali. Ed è andata bene anche in questo agosto 2015.
Alla quinta edizione confermiamo se non superiamo le cifre del 2014:
15mila presenze”. Lo ha detto il sindaco Andrea Bernardo
sull'iniziativa che ha saputo trasformare la nomea di “paese
innominabile porta jella” in qualcosa di positivo. Un'edizione,
diretta, come sempre, da Giuseppe Ranoia, incentrata su affascini,
masciare, monacicchi, lupi mannari, ma anche sul
tema dell'acqua. “Sì – ha spiegato il primo cittadino. Ci siamo
collegati alla Regione che ha fatto di questo elemento la sua
connotazione di partecipazione all'Expo di Milano. Colobraro confina
col Sinni ed è posto alle pendici del Pollino da cui riceve l'acqua
del Frida. E da qui vediamo lo Jonio oltre ad essere vicini alla diga
di Monte Cotugno. L'acqua è il nostro elemento primordiale”. Ma da
dove vien fuori la cifra di circa 15mila arrivi ai percorsi dei
martedì e venerdì di agosto? Il primo cittadino, nel dare i numeri,
ha dichiarato di mantenersi prudente e che essi derivano dai
resoconti di vigili urbani e carabinieri. E quest'anno sono arrivati
anche gli stranieri: “Che non so quanto capiscano della lingua
usata nel nostro percorso teatrale. Sono sicuro, però, che capiscono
bene la qualità del nostro percorso eno - gastronomico ed anche di
quelli etnologico, musicale e museale. Sono arrivati, inoltre, tanti
antropologi e molti fotografi”. Ma il “Sogno di una notte” è
soltanto curiosità o anche ritorno economico? “Noi abbiamo pensato
il tutto per accogliere i turisti ma i locali del centro storico ed
anche quelli al di fuori ricevono benefici dal flusso di visitatori.
Su 1000 presenze abbiamo calcolato che almeno il 30 % si ferma a
degustare i vini ed i piatti da noi offerti. Con introiti che ci
servono a rimpinguare il finanziamento regionale alla base
dell'organizzazione affidata all'associazione Sognando il magico
paese”. Se le cose vanno così bene perchè non completare la
filiera con un Museo del magico in cui raccogliere amuleti, libri,
film, foto, sul tema? “Difficile. Noi abbiamo già un laboratorio
per realizzare gli amuleti ed altri oggetti legati al “Sogno” più
il museo sull'arrivo di Ernesto De Martino e quello sulla civiltà
contadina“. Ultima domanda. E' vero che c'è stato chi ha riferito
di aver avuto “disavventure” dopo essere salito a Colobraro? “Si
– ha risposto Bernardo. Ma 2 su 1000 sono poca cosa. Sono numeri di
“malesseri” molto al di sotto di quelli fatti registrare in
occasione di altri grandi assembramenti di persone come, ad esempio,
negli stadi”.
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