A petrizza della Rabatana cantata da Pierro |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 21.5.16
TURSI
- La Corte dei Conti, Sezione giurisdizionale della Basilicata, ha
condannato a risarcire al Comune
122.662 euro da parte
di ex amminsitratori, con alcuni ancora in carica, e di due ex
dirigenti dell'ente all'epoca dei fatti. La somma è stata così
suddivisa dai giudici della Sezione:
Vincenzo
Popia (ex assessore), Salvatore Cosma (ex assessore ed attuale primo
cittadino), Giuseppe Modarelli (ex assessore), Gaetano Bruno (ex
assessore), e Salvatore Cavallo (ex assessore ed ora capogruppo della
lista di maggioranza Per Tursi in prima persona ), 6.133 euro
ciascuno; Giuseppe Labriola (ex sindaco), Antonio Caldararo (ex
assessore ad attuale vicesindaco) e Nicola Gulfo (ex assessore)
10.222 per ognuno; Giuseppe Veneziano (ex dirigente) 42.931; Ubaldo
Latronico (ex dirigente) 18,400. La sentenza è stata emessa nel
giudizio di responsabilità chiesto dalla Procura regionale della
Corte contabile nei confronti degli ex amministratori ed ex dirigenti
con atto di citazione del 1 settembre 2015. La contestazione nei loro
confronti è stata quella di aver prodotto un danno di 247.050 euro
corrispondente alla mancata riscossione di canoni enfiteutici su
terreni di proprietà comunale nell’arco temporale 1 gennaio 2005 –
31 dicembre 2009 ormai non più reclamabili per intervenuta
prescrizione del diritto. La vicenda è passata per delibere di
nomina di un geometra da parte del Comune e di interventi della
Regione Basilicata sull'uso dei terreni distinati ad usi civici. Il
Pubblico ministero contabile, però, ha ritenuto, dopo aver studiato
la concatenazione degli atti, che “sussistesse l’obbligo del
Comune di Tursi di procedere alla riscossione dei citati canoni la
cui mancata riscossione non poteva che essersi tradotta in danno
erariale, in termini di “mancata entrata finanziaria” per l’Ente,
almeno con riferimento al periodo per il quale il relativo diritto
era da considerarsi ormai prescritto. Danno determinabile in 247.050
euro, somma corrispondente alla misura del canone annuo fissato (euro
65 per ettaro) moltiplicata per l’estensione dei terreni coinvolti
(ettari 760,1649) ed a sua volta valutata per le 5 annualità
prescritte (1 gennaio 2005 – 31 dicembre 2009). Tutti chiamati in
causa si sono costituiti nel giudizio. Ma al termine dell'udienza, la
decisione dei giudici della Sezione della Basilicata della Corte dei
conti con la condanna nei loro confronti.
COSMA
CHIEDERÀ LA DEFINIZIONE AGEVOLATA.
MENTRE L'EX SINDACO LABRIOLA
DEFINISCE LA CONDANNA “UN'INGIUSTIZIA”
TURSI
- “La condanna della Corte dei conti per i canoni non riscossi per
l'uso di terreni comunali? Mi è arrivata la notizia il giorno del
mio compleanno”. Lo ha detto il sindaco Salvatore Cosma condannato
a versare nelle casse del suo Comune 6.133 euro. Ma ecco ancora il
primo cittadino: “La vicenda risale nel tempo con la nomina di un
geometra da parte di una Giunta precedente a quella guidata da
Giuseppe Labriola in cui io ero assessore. Ma la Regione decise di
nominare un suo tecnico. Il geometra ci citò ai danni ed il Comune
non riscosse più i canoni. Io appena insediato da sindaco ho fatto
la delibera per il recupero delle somme. Chiederò la definizione
agevolata del giudizio”. Di parere opposto l'ex sindaco Labriola,
che dovrà pagare 10.222 euro: “E' una ingiustizia unica. Proporrò
appello facendo, magari, azione comune con gli altri membri della mia
amministrazione”.
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