L'AD DELLA
SOGIN SPA, RICCARDO CASALE, CONVOCATO DAL COPASIR
“TOP
SECRET” IN SEDE LOCALE SULLE MISURE ADOTTATE
ROTONDELLA
– C'è il rischio di attentati terroristici dell'Isis (Stato
Islamico dell'Iraq e della Siria) ai siti nucleari italiani, tra cui
l'Itrec della Trisaia. Tanto che il Copasir (Comitato parlamentare
per la sicurezza della Repubblica), presieduto dal sen. Giacomo
Stucchi (Lega Nord), ha convocato a Palazzo san Macuto, a Roma, per
una audizione, l'amminsitratore delegato della Sogin spa, Riccardo
Casale. Casale, a quanto è trapelato, avrebbe fornito
“rassicurazioni importanti" sulla sicurezza dei siti italiani
del settore atomico dal rischio di attacchi terroristici. In un
settore così sensibile, tuttavia, sarebbe emerso nella riunione, c'è
sempre spazio per migliorare le misure di tutela. Nei mesi scorsi,
infatti, nel corso delle indagini seguite agli attentati di Parigi e
Bruxelles, è emersa la volontà dei terroristi islamici di colpire
anche le centrali nucleari. Le misure di sicurezza, così, sono state
innalzate sui siti del Belgio. Il Copasir, perciò, ha voluto vederci
chiaro su cosa si stia facendo in Italia convocando i rappresentanti
della Sogin. Si tratta della società di proprietà del ministero del
Tesoro responsabile delle quattro centrali nucleari di Trino (VC),
Caorso (PC), Latina (LT) e Garigliano (CE), e dei quattro impianti di
ricerca sul ciclo del combustibile nucleare Eurex di Saluggia (VC),
Itrec di Rotondella, Ipu e Opec nel centro della Casaccia (Roma) e
dell'impianto Fn (Fabbricazioni nucleari) di Bosco Marengo (AL). Otto
siti sui quali - a quanto riferito al Copasir da Casale - sono
costantemente adeguate le misure di sicurezza per metterli al riparo
da possibili attacchi terroristici. Tutte le imprese e gli operatori
che partecipano alle operazioni di smantellamento dei depositi devono
attenersi a severe prescrizioni. Appositi controlli, altresì, sono
stati innalzati non solo sui luoghi fisici e sul trasporto delle
scorie ma anche sul pericolo di cyber-attacchi. Questo su scala
generale. E sul piano locale, a Rotondella, cosa sta accadendo?
Abbiamo cercato di saperne di più ma abbiano trovato un muro di “top
secret”. Abbiamo solo potuto accertare che effettivamente, dopo gli
attacchi Isis a Parigi ed a Bruxelles, i livelli di sicurezza sono
stati elevati. Con quali misure concrete? E, qui, il nulla. Come,
magari, è giusto che sia trattandosi di misure che non possono
essere assolutamente svelate. Pena la loro nullità.
UN
OBIETTIVO SENSIBILE VIGILATO DA PERSONALE ARMATO
ROTONDELLA
– L'Itrec, l'impianto di trattamento e rifabbricazione di elementi
di combustibile del ciclo uranio-torio, della Trisaia è da sempre un
“obiettivo sensibile” per il rischio di attacchi terroristici.
Tanto che il sito, al cui interno vi sono 64 elementi di combustibile
irragiato provenienti dalla centrale statunitense di Elk River, è
soggetto alla vigilanza armata dei suoi confini considerati limiti
invalicabili. I livelli di attenzione verso di esso da parte dei
servizi di sicurezza nazionali, del ministero degli Interni e delle
forze armate, tuttavia, sono commisurati volta per volta al
potenziale pericolo. Attualmente, ad esempio, la vigilanza armata
viene effettuata da personale privato. Ci sono stati periodi, però,
che qui sono stati di stanza i militari della Brigata Pinerolo di
Bari. Eravamo negli anni della prima, 1990, e della seconda, 2003,
Guerra del Golfo.
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