giovedì 1 settembre 2016

METAPONTINO. LOTTA ALLA PROCESSIONARIA DEL PINO EFFICACE SE FATTA IN TEMPO E CON METODI GIUSTI

I TECNICI D'ADAMO (UFFICIO FITOSANITARIO) E CAPONERO (ALSIA) SUL NOTIZIARIO REGIONALE "AGRIFOGLIO" 


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1.9.16

METAPONTO – “La lotta alla processionaria del pino, il lepidottero pericoloso per la vegetazione e per l'uomo, può essere efficace se effettuata nei momenti giusti e con metodi adatti”. Lo hanno spiegato Emanuele D'Adamo, dell'Ufficio fitosanitario della Regione, e Arturo Caponero, dell'Alsia, sull'ultimo numero del Notiziario regionale di agricoltura sostenibile “Agrifoglio”. “Da diversi anni – hanno scritto i due tecnici - si registrano ingenti danni alla vegetazione dei pini del litorale jonico e delle aree collinari del Materano (diga di San Giuliano e località come Timmari) ivi compreso le alberature della città di Matera e di altri paesi. Le voraci larve si nutrono degli aghi defogliando completamente i rami dai quali si spostano alla ricerca di nuovo nutrimento. E possono innescare reazioni allergiche compromettendo la salute degli occhi e dell’apparato respiratorio di quanti si trovano a passare sotto le piante infestate”. Che fare?”“Una prima possibilità è la distruzione dei nidi invernali, quando sono più evidenti e le larve sono in quiescenza. I nidi vanno raccolti evitando accuratamente ogni contatto con le larve, altamente urticanti. A seguire possono essere interrati o bruciati. Per intervenire su infestazioni che interessano superfici ampie, come le pinete costiere, la lotta microbiologica è la più idonea con l'utilizzo del batterio Bacillus thuringiensis, patogeno delle larve della processionaria. L’insetticida può essere distribuito con atomizzatori “a cannone” o, più efficacemente, per via aerea. Anche l’uso dei feromoni sessuali può essere utile sia per monitorare il volo degli adulti sia per abbattere la popolazione dei maschi utilizzando trappole per la cattura durante il periodo dell’accoppiamento. Interventi da effettuare nei periodi di massima attività trofica delle larve che sono l’autunno e la primavera. I trattamenti effettuati a maggio-giugno, invece, quanto l'insetto è visibile – hanno concluso D'Adamo e Caponero - sono poco efficaci”.

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