domenica 12 febbraio 2017

ROTONDELLA. PARLAMENTARI DEL M5S LO CHIEDONO AL GOVERNO GENTILONI: “LE BARRE NUCLEARI DELL'ITREC DEVONO TORNARE NEGLI STATI UNITI”

Le barre di Elk River nella piscina dell'Itrec
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 12.2.17

ROTONDELLA- Rebus barre nucleari del ciclo uranio-torio custodite in una piscina a raffreddamento continuo nell'impianto atomico dismesso Itrec della Trisaia. Barre provenienti dalla centrale di Elk River (Minnesota). Ma gli Usa hanno sempre detto no al rientro nei loro confini del fardello radioattivo. Da qui un'interrogazione di senatori del M5s che hanno chiesto al Governo Gentiloni di intervenire per incidere “il bubbone nucleare” del Metapontino. Ma andiamo con ordine. L'Itrec fu realizzato in forza di un accordo Italia-Usa del 1962. Da qui l'arrivo in Basilicata di 84 elementi di combustibile uranio-torio del reattore di Elk River. Il Cnen avrebbe utilizzato tale materiale nell'Itrec per condurre ricerche sui processi di ritrattamento (scaricare della loro radioattività le barre esaurite). Nel periodo 1975-1978 l’Enea ritrattò 20 elementi. Alla chiusura delle attività nucleari, dopo il referendum dell'8 e 9 novembre 1987, restarono 64 barre ed il “prodotto finito” derivante dalle operazioni eseguite. Cosa farne? L'Italia ha tentato di restituire “il malloppo” agli Usa dove ci sono altre 180 elementi. Ma gli americani hanno sempre detto no. Come hanno rivelato i vertici della Sogin, la spa pubblica incaricata della messa in sicurezza dei siti ex atomici, in audizione davanti alla Commissione Industria del Senato il 16 novembre 2016 e nelle successive risposte fornite ai commissari. Risposte da cui è venuto fuori che gli Stati Uniti hanno respinto il rientro delle 64 barre pur a fronte di altri tre progetti di rientro di materiale nucleare Usa custodito in Italia conclusisi positivamente. Da qui l'interrogazione dei senatori pentastellati Gianni Pietro Girotto, Vito Petrocelli, Enrico Cappelletti, Daniela Donno, Stefano Lucudi, Marco Scibona, Maurizio Santangelo, Gianluca Castaldi, Emanuela Serra, Sergio Puglia, Nicola Morra, Sara Paglini, Mario Giarrusso e Vilma Moronese con cui hanno chiesto, tra l'altro, di conoscere: “I motivi che avrebbero giustificato il rifiuto degli Usa al rientro dei 64 elementi di combustibile e a chi appartenga giuridicamente il combustibile Elk River presente a Rotondella; quanto materiale atomico rientrante negli accordi con gli Stati Uniti è stato restituito e quanto è rimasto alla Trisaia; quali iniziative si intendano intraprendere al fine di rimpatriare negli States il combustibile arrivato in Basilicata dal Minnesota”.


WIKILEAKS RIVELÒ IL CARTEGGIO SUL NO DI WASHINGTON. LA RISPOSTA DELL'AMBASCIATORE RONALD SPOGLI AL SOTTOSEGRETARIO GIANNI LETTA

ROTONDELLA - “Le barre di Elk River della Trisaia negli Stati Uniti? Grazie no”. Così, in sintesi, rispose l’ambasciatore Usa a Roma, Ronald Spogli, il 6 febbraio 2006 all’allora sottosegretario Gianni Letta. Il carteggio è stato reso noto da WikiLeaks. Così Spogli ai suoi referenti: “Letta ha fatto la stessa richiesta al Department of Energy (DOE) ad agosto 2004, ma in Gennaio 2005, l'ex segretario Abramo rispose che il DOE potrebbe non accettare il combustibile nucleare. La ragione per cui Italia ha ripetuto la richiesta in urgenza è perché la questione è sensibile per coalizione del primo ministro Silvio Berlusconi, che sta affrontando una battaglia per la rielezione ad aprile 2006”. Poi la risposta di Spogli a Letta: “L'Ufficio ha accuratamente la tua richiesta. Purtroppo, non ci è stato alcun cambiamento nel Dipartimento di Energy che non può accettare il materiale di Elk River”.

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