Il furgone distrutto da fiamme dolose il 7 marzo scorso |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 10.3.17
SCANZANO JONICO - “Basta, dinanzi al ripetersi di atti malavitosi, ultimo l'incendio della notte di un furgone di un commerciante, non possiamo più tacere e non possiamo più far finta che sono fatti “di poco conto” con il rischio di anestetizzare la coscienza e trasformare la nostra comunità da un giardino fiorito a un deserto”. Lo ha quasi “gridato” il parroco, don Antonio Polidoro, facendo “appello alla coscienza di tutti i cittadini a reagire a questa strategia malavitosa che vuol trasformare una bella comunità, fatta di gente onesta, che fa grandi sacrifici, in una terra dove sono all’ordine del giorno furti, spaccio, intimidazioni e atti delinquenziali. Riprendiamoci la nostra terra, la nostra comunità”. Ed ancora: “Continuiamo, attingendo ai valori di solidarietà, sacrificio, onestà, lasciatici dai nostri padri, a seminare una terra dove possano crescere giustizia e verità. Non possiamo darci per vinti o cedere alla rassegnazione del “tanto non cambierà mai niente”. Dobbiamo reagire rompendo quei fili, quelle maglie, dove si annida la delinquenza. Non siamo un popolo omertoso”. Infine, don Polidoro ha lanciato una sorta di appello: “In modo particolare, mi rivolgo ai credenti. Il Vangelo non ammette sconti, non possiamo tacere, non possiamo dire di amare Dio e permettere che la dignità dell’uomo venga calpestata. Siamo chiamati ad un impegno serio per una giustizia sociale. Gli autori di questi atti malavitosi non hanno nulla di cristiano, anzi colgo l’occasione per invitarli ad una vera conversione, a cambiare vita. Quale esempio stiamo dando ai nostri figli? Quando eravamo piccoli e giocando rompevamo un vetro, si percepiva subito di aver fatto un’azione sbagliata. Oggi lasciamo che ai ragazzi passi il messaggio che incendiare una macchina è la normalità”.
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