lunedì 6 marzo 2017

SCANZANO J. UNA PETIZIONE LANCIATA SUL WEB DA SCANZIAMO LE SCORIE PER CHIUDERE I POZZI PETROLIFERI

IL PORTAVOCE PASQUALE STIGLIANI: “IN SETTE GIORNI ABBIAMO RACCOLTO 1849 FIRME”

Un sit in di Scanziamo le scorie col presidente Donato Nardiello, a sx
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 6.3.17

SCANZANO JONICO - “In sette giorni abbiamo raccolto, alle 18 di ieri, 1849 firme a sostegno della petizione che abbiamo lanciato su change.org indirizzata al presidente della Regione, Marcello Pittella, ed a tutti i consiglieri regionali, per chiudere tutti i pozzi petroliferi in Basilicata. Siamo molto soddisfatti di come sta andando la nostra iniziativa per ora diffusa solo sulla rete”. Lo ha detto Pasquale Stigliani, responsabile comunicazione di ScanZiamo le scorie, l'associazione antinucleare nata lo stesso 13 novembre 2003 in cui il Governo Berlusconi aveva decretato di ubicare il Deposito nazionale delle scorie radioattive nei deposti sotterranei di salgemma di Terzo Cavone. Da allora, però, gli obiettivi del gruppo, presieduto da Donato Nardiello, si sono, come dire, evoluti dal solo “Nucleare? No, grazie” abbracciando tutte le tematiche della difesa dell'ambiente. “Come dice – ha continuato il nostro interlocutore – il nostro statuto. Noi siamo per la salvaguardia del territorio non solo di Scanzano Jonico, dove siamo nati e dove abbiamo la nostra sede, ma di tutta la Basilicata. La nostra petizione per bloccare le trivelle, dunque, ha proprio questa finalità: salvare la nostra natura da una pratica che consideriamo inquinante e che non si concilia con le nostre possibilità di sviluppo in agricoltura e turismo”. Il portavoce del movimento ecologista è come un “fiume in piena”: “Le estrazioni petrolifere vanno costantemente monitorate e controllate. E producono rifiuti che sono anche radioattivi. Avremo, quindi, da una parte le trivelle, dall'altra i centri di stoccaggio dei residui delle attività estrattive. No, noi diciamo basta. E chiediamo a tutti di sostenere la nostra iniziativa. Temiamo fortemente, altresì, che le attività petrolifere possano interessare i mari e, quindi, anche lo Jonio ed il Golfo di Taranto. Intanto, in molte nazioni europee, Germania in testa, ed anche in qualche regione d'Italia, vedi il Trentino Alto Adige, si sta puntando sempre più sulle energie verdi abbandonando il petrolio”. Come si svilupperà l'azione di raccolta firme da parte di ScanZiamo le scorie? Stigliani: “Per ora la petizione di sta sviluppando sulla rete. Ma non escludiamo momenti di sensibilizzazione dei cittadini anche con incontri pubblici e convegni. Basta col petrolio in Basilicata. Mobilitiamoci per chiudere i pozzi sul nostro territorio”.


INDIRIZZATA A PITTELLA. LA RICHIESTA SI FIRMA SUL SITO “CHANGE.ORG”

SCANZANO JONICO - “Per firmare la nostra petizione “Fermiamo i pozzi di petrolio in Basilicata”, indirizzata al governatore Marcello Pittella ed ai consiglieri regionali, occorre andare sull'indirizzo goo.gl/DxOEOS. Cliccando su questo link si aprirà la nostra pagina su change.org. Chi vuole, dopo aver letto il testo alla base della nostra inziativa, potrà apporre la sua firma". Lo ha spiegato Pasquale Stigliani, responsabile comunicazione di ScanZiamo le scorie, rinviando al sito online. In esso è riportato: "Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, e i consiglieri regionali devono aprire subito una discussione che porti ad una moratoria di chiusura delle attività estrattive sul territorio della Basilicata”.

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