LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 13.5.17
La
Sezione d'appello della Corte dei Conti ha respinto i ricorsi di
Salvatore Tito Di Maggio, senatore di Direzione Italia ma in causa
come ex assessore del Comune di Matera, e di Carmela Gerardi,
all'epoca dei fatti segretaria generale dell'ente locale, contro la
sentenza della Sezione giurisdizionale per la Basilicata della Corte
contabile dell’11 febbraio 2013. Sentenza con cui Di Maggio e
Gerardi furono condannati al pagamento, in favore del Comune della
città dei Sassi, rispettivamente di 8.485,11 e di 9.880,03 euro. La
Procura regionale aveva contestato un danno di 189.659,56 euro per il
pagamento dell’indennità di risultato corrisposta sulla base di
verbali di conciliazione senza che il raggiungimento degli obiettivi
fosse stato accertato dal Nucleo di valutazione e, quindi, in
violazione delle norme. Di quella somma aveva addebitato il 20%
dell’esborso non prescritto all'attuale parlamentare, per le
indennità pagate nell'anno 2006, ed alla segretaria generale del
Comune, per gli anni 2003-2007. La sentenza è stata impugnata da
Gerardi e di Maggio che hanno chiesto l'assoluzione da ogni addebito
loro ascritto. Ma la Sezione centrale d'appello ha respinto i due
ricorsi confermando la sentenza dei primo grado. La stessa Sezione ha
ritenuta giusta anche la percentuale del danno addebitato a Di Maggio
e Gerardi “poichè i giudici di primo grado tennero conto della
compartecipazione causale all’evento dannoso di altri soggetti non
convenuti nel giudizio d'appello. Il 20% a loro carico appare
proporzionato al contributo causale degli appellanti poiché il danno
non si sarebbe verificato ove questi, rappresentanti dell’ente
nelle procedure di conciliazione, avessero palesato l’illiceità
delle erogazioni per l’evidente contrasto con le previsioni
normative e contrattuali”.
Nessun commento:
Posta un commento