domenica 11 giugno 2017

SCANZANO J. SEMINARIO MACRO REGIONI DEL SUD DELL'ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI: “DALLA DIPENDENZA SI PUO' USCIRE”



LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 11.6.17

SCANZANO JONICO - “Dalla dipendenza dall'alcool si può uscire. Io l'ho fatto 29 anni fa dopo il mio incontro con l'associazione Alcolisti anonimi di Potenza. Se sono qui è grazie a questo organismo di cui mi onoro di far parte”. Lo ha detto Mario, di Sant'Arcangelo, organizzatore del Seminario delle Macro regioni del Sud dell'associazione di auto-aiuto che, da venerdì scorso, avrà la sua conclusione oggi nell'Hotel Portogreco. Ieri, intanto, tavola rotonda su “Alcolismo: malattia sociale, percorso di rete” moderata dal giornalista Gianluigi Laguardia. Tra gli intervenuti il questore di Matera, Paolo Sirna: “L'alcolismo è un fenomeno sociale che deve riguardare tutti. La Polizia di Stato sta facendo un percorso con cui cerca di coniugare le esigenze delle vittime con quelle di chi vive con loro. Purtroppo la dipendenza, spesso, diventa responsabile di fatti illeciti. Nella nostra provincia più del 30% delle violenze domestiche vede responsabili persone con dipendenze da alcool o droghe”. Che fare? “Noi a Chiaromonte – ha spiegato Alberto Dattola, responsabile del Centro di riabilitazione alcoolica – ricoveriamo i soggetti colpiti per un periodo di 6 – 8 settimane. Il nostro è l'unico centro residenziale da Firenze in giù. Nei giorni scorsi ho chiuso la cartella n. 1000 in 10 anni. Questo spiega come la patologia sia importante. Il nostro approccio è medico ma anche psicologico e socioeducativo. In riunioni di gruppo portiamo gli assistiti a modificare il loro stile di vita”. “Purtroppo – ha concluso Anna Paola Lacatena, sociologa del Dipartimento dipendenze alcologiche della Asl di Taranto – gli alcolisti chiedono aiuto quando la malattia è conclamata. Bisogna far capire che l'alcolismo non è un vizio od un peccato ma una patologia cronica recidivante da curare. Esso attraversa tre fasi, quella dell'uso, dell'uso problematico e della dipendenza. Bisognerebbe far si che la richiesta d'aiuto a persone qualificate avvenga nelle prime due fasi e non nella terza, la più grave”.

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