mercoledì 19 luglio 2017

INVALIDITÀ FACILE. DUE MEDICI DELLA COMMISSIONE DI PRIMA ISTANZA DI SENISE IN CARICA NEL 1985 CONDANNATI DALLA CORTE DEI CONTI. DOVRANNO RISARCIRE LO STATO DI 10MILA EURO CIASCUNO

LA SEDE DELLA CORTE DEI CONTI A POTENZA
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 19.7.17

La Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la regione Basilicata, ha condannato i medici Luciano Calabrese e Giovanna Corrado, componenti all'epoca dei fatti della commissione sanitaria di prima istanza per l'accertamento della invalidità civile di Senise, al pagamento in favore del ministero dell’Economia e delle Finanze di10mila euro ciascuno. Troppa, secondo i giudici, la percentuale di invalidità del 70% attribuita ad un paziente affetto da glomerulonefrite cronica. La sentenza è scaturita dal giudizio di responsabilità promosso l'8 aprile 2009 dal procuratore regionale nei confronti dei due professionisti in cui si chiedeva la loro condanna al pagamento di 12.555 euro. Somma che costituirebbe danno erariale in quanto pari alla indebita erogazione di assegni pensionistici per invalidità non dovuti. “In data 1 dicembre 2004 – si legge nel dispositivo - il ministero segnalò un provvedimento di revoca delle provvidenze di invalidità. Al destinatario del provvedimento, all'epoca 20enne, di Chiaromonte, il 24 aprile 1985 era stata riconosciuta una invalidità del 70%, con erogazione di relativa pensione. Giudizio medico-legale espresso dalla commissione sanitaria di prima istanza di Senise composta dai dottori Angelo Motolese, presidente, poi deceduto, Calabrese e Corrado, componenti. Commissione che aveva diagnosticato al richiedente la patologia glomerulonefrite cronica”. L'11 dicembre 2003, però, a seguito di visita di verifica, venne riconfermata la diagnosi ma con una percentuale del 35% non utile per la pensione che, il 9 novembre 2004, venne revocata”. Da qui la trasmissione degli atti alla Procura della Corte contabile che, nell'ambito delle indagini sui cosiddetti “falsi invalidi”, dispose una ricognizione dei fatti che confermò l'incompatibilità del giudizio espresso nel 2003 con quello del 1985 che aveva consentito la concessione della pensione mensile di invalidità civile dall'1 marzo 1985 al 10 dicembre 2003. Il procuratore regionale, quindi, ritenne che la condotta dei medici della commissione fosse connotata da colpa grave. Da qui l'iter che ha portato alla sentenza con l'invito a dedurre nei confronti di Motolese, Calabrese e Corrado. Le loro difese confutarono le argomentazioni della procura evidenziando l’intervenuta prescrizione, la correttezza del giudizio medico legale formulato sulla base della applicazione delle tabelle all’epoca vigenti, la richiesta di archiviazione del procedimento. Ma l'accusa formulò l'azione di responsabilità che scaturì in una prima udienza del 2 marzo 2010 che ebbe come esito la richiesta da parte dei giudici della Sezione di una relazione di perizia medico legale affidata all'apposito Collegio dell'ospedale San Carlo di Potenza. Relazione depositata il 30 settembre 2016. In essa si stabilì che il paziente “all’epoca degli accertamenti di invalidità esperiti a Senise, 1985 e 1978 , risultasse invalido civile nella misura non superiore al 50%”. Una percentuale che non dava diritto all'assegno pensionistico. Così, dopo l'udienza del 13 giugno scorso, la Sezione giurisdizionale della Basilicata ha emesso la citata sentenza di condanna nei confronti dei medici Calabrese e Corrado.

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