giovedì 27 luglio 2017

POLICORO. LAVORO NERO IN AGRICOLTURA, DUE “CAPORALI” DENUNCIATI. SOLO A MAGGIO HANNO “GESTITO” NEL METAPONTINO 60 LAVORATORI. OPERAZIONE NAZIONALE “ALTO IMPATTO-FREEDOM”

LOTTA AL CAPORALATO. POLIZIA DI STATO IN AZIONE
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 27.7.17
POLICORO – Caporalato duro a morire. Tanto che la Polizia di Stato, nell'ambito dell'operazione nazionale “Alto impatto-Freedom”, ne ha denunciati due che nel solo mese di maggio avevano gestito nel Metapontino ben 60 lavoratori. Nel corso della stessa operazione, altresì, un indiano ricercato è stato arrestato. Ma andiamo con ordine. In “Alto impatto-Freedom” sono state impegnate, oltre a quella di Matera, anche le Squadre mobili di Agrigento, Forlì - Cesena, Latina, Lecce, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Verona e Vibo Valentia, coordinate dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine. Nel corso dell’operazione è stata accertata l’inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e di sicurezza sui luoghi di lavoro nonché dell’illecita attività di intermediazione tra la domanda e l’offerta compiuta dai “caporali”. Nel Materano con la Squadra mobile hanno collaborato Polizia scientifica, Ispettorato del lavoro, Ufficio immigrazione, Commissariati di Policoro e Pisticci. Così, sono stati controllati in 6 aziende 45 lavoratori, italiani e stranieri, impegnati nella raccolta e coltivazione di ortofrutticoli o impiegati in agriturismi o nel pascolo di bestiame. In particolare, durante il controllo di tre furgoni nel territorio di Pisticci su cui viaggiavano diverse operaie, alcune rumene, che avevano lavorato in una azienda agricola e stavano rientrando a Scanzano Jonico e a Ginosa (TA), sono emerse irregolarità. Gli approfondimenti investigativi hanno evidenziato la figura di un uomo, italiano, e di una donna, rumena, residenti a Ginosa, che svolgevano l’attività di caporalato reperendo la manovalanza agricola e trasportandola all’azienda richiedente. L’uomo provvedeva anche alla sistemazione in case di campagna di sua proprietà. Dalle indagini è emerso che nello scorso maggio egli è arrivato a gestire fino a 60 operai sul campo. Denunciato anche l’imprenditore agricolo che si avvaleva dei due caporali. Inoltre, in un agriturismo è stato individuato un lavoratore indiano, Singh Gurinder, regolarmente assunto ma ricercato per un ordine di carcerazione della Procura di Cremona. L'uomo è stato arrestato. Quattro lavoratori, infine, erano assunti “a nero”. Rilevate altre irregolarità per l’assunzione di altri 2 dipendenti. L’Ispettorato del lavoro, pertanto, ha comminato all'azienda responsabile sanzioni amministrative per 14mila euro.



NELLE PROVINCE ITALIANE, NON SOLO AL SUD. MANETTE PER 10 PERSONE ED ALTRE 24 DENUNCE NELL'INDAGINE CONTRO IL CAPORALATO
PISTICCI – L'operazione “Alto impatto-freedom”, condotta su scala nazionale dalla Polizia di Stato, ha dimostrato che non bastano leggi, anche dure, come l'ultima approvata in materia, per stroncare il reato di caporalato sulla collocazione illegale di lavoratori soprattutto nel settore dell'agricoltura. Oltre ai due caporali denunciati all'autorità giudiziaria dopo il blocco di tre furgoni in agro della città jonica ed all'arresto del cittadino indiano ricercato dalla Procura di Cremona, infatti, “Alto impatto-freedom” si è conclusa, nelle province interessate, con l'arresto di 10 persone e la denuncia di 24. E badate bene che le relative indagini sono state condotte non solo in realtà del Sud (Agrigento, Lecce, Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Vibo Valentia), dove, si dice, il reato è più radicato, ma anche in alcune del Centro e del Nord (Forlì-Cesena, Latina, Verona).

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