LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 1.11.17
Nel sangue della bambina di 9 anni di Matera deceduta
il 12 ottobre scorso nell'ospedale Bambin Gesù di Roma dopo un
calvario cominciato il giorno 5 dello stesso mese sono state trovate
alte dosi di metanolo. Forse ingerito per un gioco in voga tra i
ragazzini, realizzare da se una sorta di colla gelatinosa colorata
denominata slime, finito male. Le prime risultanze dell'autopsia e
degli esami tossicologici eseguiti il 16 ottobre scorso hanno
evidenziato l'ingestione della sostanza alcolica tossica per
l'organismo usata come solvente, carburante o per sofisticare il
vino. Intossicazione che ha indotto i magistrati del tribunale di
Roma, Maurizio Arcuri e Nunzia D’Elia, che indagano sul decesso per
omicidio colposo contro ignoti, ad allertare i carabinieri della
città dei Sassi al fine di ricercare le fonti della possibile
ingestione. Così, gli uomini dell'Arma sono stati nella scuola,
nella casa, nel quartiere ed in tutti gli ambienti che la piccola
frequentava da sola o con la sua famiglia, madre padre e due
fratelli. Genitori e familiari affranti. Gli investigatori materani,
inoltre, hanno ascoltato gli altri bambini che la sera precedente al
5 ottobre in cui fu effettuato il ricovero d'urgenza della piccola al
Madonna delle Grazie avevano partecipato con lei ad una festa. Ma la
ricerca è risultata vana. Come vane sono state le indagini su
eventuali aziende della zona di residenza in cui si usasse o si
producesse metanolo. Da qui l'ipotesi dello slime autoprodotto,
forse, con la schiuma da barba contenente, appunto, metanolo attorno
a cui stanno lavorando i magistrati. Ma ci sono ancora punti da
chiarire. Quale la correlazione tra la sostanza alcolica nel sangue
ed i due arresti cardiaci a cui la bimba andò incontro nel reparto
di rianimazione di Matera prima del suo trasferimento, in
eliambulanza ed accompagnata da due medici rianimatori, a Roma, il 7
ottobre scorso? Forse soffriva di allergia a questo prodotto? Alle
due domande, con tutta probabilità, risponderanno gli esiti
dell'autopsia e degli altri esami tossicologici in corso. Autopsia e
prelievi a cui ha assistito il perito
di parte della famiglia, il medico legale Aldo Di Fazio. Un dato è
certo: i magistrati non hanno indagato nessuno dei medici, sia di
Matera sia di Roma, che hanno avuto in cura la baby paziente.
Significa che le procedure di cura del caso hanno seguito protocolli
e linee guida. Rimane l'ipotesi della morte per cause accidentali.
IL GIALLO. LE CAUSE DEL DECESSO SONO TUTTE DA CHIARIRE
Il “giallo” della morte della
bambina di Matera di 9 anni deceduta a Roma per cause ancora da
chiarire il 12 ottobre scorso nel reparto di rianimazione
dell'ospedale Bambin Gesù, il gold standard d'Italia, cominciò
sette giorni prima. La ragazzina, che sino ad allora era stata sempre
in buona salute, accusò un malessere tale da indurre i suoi genitori
al ricovero. “Da noi – raccontò il 14 ottobre alla Gazzetta il
primario del reparto di rianimazione dell'ospedale Madonna delle
Grazie, Francesco Dimona - arrivò alle 21 di giovedì 5 con cianosi
ed in arresto respiratorio. Fu assistita in pronto soccorso e
recuperò prima dell'ingresso nel nostro reparto. La paziente fu
intubata. Dopo un'ora andò in fibrillazione ventricolare. Fu
defibrillata ma andò in arresto cardiaco. Fu massaggiata e posta in
respirazione artificiale ma ebbe un secondo arresto da cui fu di
nuovo ripresa. Nelle ore seguenti ci impegnammo a stabilizzarla ed a
cercare di fare la diagnosi. Le ipotesi erano quelle di una
miocardite o di uno shock cardiogeno o settico o metabolico. Ma non
potemmo giungere ad un motivo di certezza. La nostra priorità era
quella di garantire le funzioni vitali. Scopo che raggiungemmo il 6
ottobre. Decidemmo, tuttavia, di trasferire la piccola al Bambin
Gesù. Trasferimento che avvenne il giorno dopo in eliambulanza con
rianimatori a bordo”. A Roma, però, le condizioni della degente,
già gravi, si aggravarono ancora di più tanto che sopraggiunse la
morte. Causata da cosa? Il “giallo”. I medici del reparto di
rianimazione dell'ospedale della capitale non poterono fare una
diagnosi di certezza sulle cause del decesso. Da qui l'inchiesta
aperta dalla Procura capitolina per omicidio colposo contro ignoti.
Il 16 ottobre scorso l'autopsia e gli esami tossicologici sul
corpicino. Occorreranno 60-90 giorni da allora per avere la relazione
del medico legale incaricato dalla magistratura.
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