LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 28.12.17
POLICORO
- “Finalmente un Natale sereno, in famiglia, anche per me. Ho
aspettato il 21 dicembre scorso il verdetto della Cassazione a casa,
coi miei figli. Ero sicuro dell'assoluzione. Altrimenti avrei atteso
i carabinieri per scontare la pena, ingiusta, a 20 anni di carcere, a
cui ero stato condannato”. Lo ha detto alla Gazzetta, Salvatore
Scarcia, 50 anni, dopo che la Corte di Cassazione ha annullato senza
rinvio la sentenza di primo grado, di appello, ed anche del Tribunale
di Salerno dopo un primo giudizio della stessa Cassazione, a 20 anni
e 10 mesi di carcere. Era stato considerato dagli investigatori prima
e dai tribunali citati dopo “il boss”, il capo di una banda
accusata di associazione a delinquere di stampo mafioso, accusa
caduta già in primo grado, e di associazione a delinquere
finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Erano i
contenuti della cosiddetta “Operazione revival”, condotta il 19
gennaio 2006, contro un clan, secondo il capo di imputazione, dedito
a rapine, estorsioni, usura, traffico di armi e droga. Trentadue gli
arrestati. Per carabinieri e Direzione distrettuale antimafia il clan
Scarcia, guidato da Salvatore, allora detenuto in semilibertà,
voleva tornare a dominare sulla costa jonica lucana fino a Taranto,
anche con alleanze nel clan Parisi di Bari. Invece? “Invece – ha
continuato il nostro interlocutore – la II° Sezione penale della
Corte di Cassazione di Roma ha annullato, senza rinvio, il reato di
associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze
stupefacenti ed ha annullato, con rinvio alla Corte di Appello di
Napoli, il reato di ipotesi di spaccio. Reato di cui sarò assolto o
che andrà in prescrizione e per cui ero stato condannato a due mesi
di detenzione”. Ed ora? “Ed ora attenderò anche questo verdetto
finale prima di rivalermi contro lo Stato. Per quelle gravi accuse,
tutte cadute, ho subito una dura carcerazione preventiva di oltre 6
anni. Sono pronto coi miei legali a chiedere il risarcimento per
ingiusta detenzione”. Insomma per Scarcia, giustizia è fatta. “Si
- ha concluso - sono contento. Vivo del lavoro di pescatore, con
l'associazione che abbiamo costituito, e non temo i giudizi di
nessuno. So anche, tuttavia, che a Policoro ci sono tante persone che
mi vogliono bene. Mi basta, per ora, l'affetto della famiglia e la
sentenza della Cassazione. Finalmente, lo ripeto, un Natale felice
anche per me”.
#FreeFilippoMele
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