SCANZANO JONICO. TRAFFICO DROGA, A MICHELE PUCE 16 ANNI, NOVE A ROCCO RUSSO E OTTO A FRANCESCO GAETA. CONDANNE IN CORTE DI APPELLO DI TARANTO PER OPERAZIONE “NEVE TARANTINA”. NIENTE ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
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IL TRIBUNALE DI TARANTO |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 2.3.17
SCANZANO JONICO – Sedici anni di detenzione per
Michele Puce per le accuse di spaccio di stupefacenti e di detenzione
di armi; nove a Rocco Russo ed otto a Francesco Gaeta per spaccio di
droga. Sono le condanne comminate dalla Corte di appello di Taranto,
presieduta da Antonio Del Coco, al termine delle udienze del processo
di secondo grado seguente all'operazione “Neve tarantina”,
comminate ai tre lucani finiti nell'inchiesta. La sentenza ha sancito
la caduta dell'accusa di associazione a delinquere finalizzata al
traffico di stupefacenti. Da qui la condanna quasi dimezzata per Puce
rispetto a quella di primo grado, trenta anni di reclusione, e
ridotta di più di un terzo per Gaeta, che era stato condannato a 27
anni. I due, lo ricordiamo, sono di Scanzano Jonico. Pena confermata,
invece, per Russo, di Tursi, per il quale in primo grado il pubblico
ministero aveva chiesto l'assoluzione. Ma ecco la dichiarazione
dell'avvocato Livia Lauria, difensore di Puce, appena resa nota la
sentenza del giudice Del Coco: “Sono molto contenta che la Corte di
appello si sia resa conto dell'inesistenza del reato di associazione
a delinquere ma resto ancora basita nel vedere il mio assistito
ricevere una condanna a 16 anni. Il tutto per capi di imputazione
satelliti come detenzione di armi ed episodi di spaccio quando la
documentazione alla base delle indagini è assolutamente inidonea a
rilevarne la responsabilità soggettiva ed ancora di più per una
pena di questa misura. Faremo ricorso per Cassazione appena lette le
motivazioni”. Ricordiamo che al termine del processo di primo grado
a carico di 12 persone il collegio giudicante inflisse le pene
maggiori proprio a Puce ed a Gaeta. Pene che andarono ben oltre
quelle chieste dal pubblico ministero Alessio Coccioli, 14 anni per
Puce e 12 per Gaeta. Neve Tarantina, coordinata dal pm Coccioli
dell'Antimafia di Lecce e dal sostituto procuratore di Taranto Lucia
Isceri, aveva portato alla luce, secondo l'accusa, il 14 gennaio del
2014, un’associazione ritenuta mafiosa dedita al traffico di
stupefacenti che attraverso tre differenti canali di rifornimento,
Colombia, Bari e Gioia Tauro, riusciva ad alimentare il mercato
tarantino degli stupefacenti. Ora, però, i giudici di secondo grado
hanno cancellato il reato associativo.
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