BIDONI DI SCORIE CUSTODITE ALLA TRISAIA |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 26.7.18
ROTONDELLA - “L'interesse più grande affinchè siano messi in sicurezza i residui delle attività nucleari italiane è di quei Comuni, come il mio, che quei siti li hanno nel loro territorio. Da qui l'appello della Consulta servitù nucleari, riunita nella sede dell'Anci, a Roma, al nuovo Governo affinchè vengano accelerate le procedure per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ubicare il Deposito unico delle scorie radioattive d'Italia. Carta che, per l'ex ministro Carlo Calenda, al dicastero delle attività produttive nel precedente Governo Gentiloni, era già pronta”. Lo ha riferito il sindaco, Vito Agresti, al termine della riunione, svoltasi ieri, dell'organismo costituito dagli amministratori, oltre che del centro jonico, di Trino Vercellese (VC), Sessa Aurunca (CE), Caorso (PC), Latina, Saluggia (VC), Roma, Boscomarengo (AL) e Ispra (VA), convocata dall'ex presidente, Alessandro Portinaro, non rieletto a Trino Vercellese e perciò dimissionario dalla carica e sostituto dalla prima cittadina di Caorso, Roberta Battaglia. “I nostri territori – ha continuato il nostro interlocutore – sono stati penalizzati per decenni dall'avere al loro interno centrali ed impianti atomici dismessi dal dopo referendum sul nucleare. Come il nostro Itrec della Trisaia, con il suo fardello di rifiuti e le barre arrivate dalla centrale di Elk River. Barre che gli Usa non rivogliono più indietro e che debbono, giocoforza, essere messe in sicurezza nel Deposito unico, quando ci sarà. Abbiamo fiducia che il nuovo ministro alle attività produttive Luigi Di Maio, quello all'ambiente Sergio Costa ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgietti, raccoglieranno il nostro appello a far presto e bene”. Una interlocuzione agli stessi esponenti del Governo Conte, intanto, è stata chiesta per tentare di metter fine al contenzioso legale aperto sulla restituzione ai Comuni della Consulta dei 100 milioni di euro trattenuti dai Governi che si sono succeduti dal 2005 al 2011 delle compensazioni ambientali pagate in bolletta elettrica dai cittadini. “Si tratta – ha concluso Agresti – del 70% a noi spettante. Per Rotondella la cifra è pari a circa 16 milioni di euro. Chiederemo al nuovo Governo di rinunciare all'appello proposto contro la sentenza del tribunale civile di Roma che nel luglio del 2016 ci diede ragione riconoscendo il nostro diritto alle risorse spettanti, oltre interessi, e condannando l’Amministrazione centrale a restituire quanto indebitamente trattenuto”.
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