SCANZANO JONICO. NESSUNA MANIFESTAZIONE PUBBLICA PER IL 15ESIMO ANNIVERSARIO DELLA PROTESTA ANTINUCLEARE. SOLO UN COMUNICATO STAMPA DI SCANZIAMO LE SCORIE. UNA BATTAGLIA VINTA MA DIMENTICATA
LA BATTAGLIA ANTINUCLEARE DI SCANZANO JONICO
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 13.11.18
SCANZANO
JONICO – Quando un grande avvenimento, paragonato da chi conosce il
Metapontino alla lotta per la riforma agraria del dopoguerra, viene
dimenticato. In primis dalle istituzioni. In secondo luogo dai
partiti politici, dai sindacati e dalle numerose associazioni che
pure, nello svolgersi degli eventi, ebbero un ruolo di primo piano.
Stiamo trattando della “Battaglia di Scanzano Jonico”, quella
che, dal 13 al 27 novembre 2003 venne messa in campo dai lucani di
tutto il mondo. Una battaglia, di cui ricorre il 15esimo
anniversario, contro il decreto varato dal Governo Berlusconi che
ubicava nei depositi di salgemma a 800 metri di profondità di Terzo
Cavone, a 500 metri dallo Jonio, il deposito unico delle scorie
nucleari d'Italia. Un deposito sotterraneo che non esiste ancora in
nessuna parte del mondo. Fu una “guerra” senza morti e feriti o
cassonetti bruciati o vetri rotti che Scanzano e la Basilicata
vinsero. Il Governo fece marcia indietro. Ma oggi non c'è più nulla
nel centro del Metapontino che ricordi quella lotta di popolo. Solo
una targa, Piazza dei centomila, attaccata ad uno degli ingressi del
municipio, ed un monumento all'arrivo in paese. Poi, il nulla. Ed i
più giovani non conoscono i luoghi della rivolta che fecero il giro
del mondo sulle tv. Così, l'anniversario 2018 sarà il primo senza
uno straccio di iniziativa pubblica. Solo un comunicato di Donato
Nardiello, presidente di ScanZiamo le scorie, l'associazione che
tanto ha fatto nell'immediatezza, durante, e dopo la “Battaglia”.
Ma i cittadini sono volontari. Tocca alle istituzioni commemorare i
grandi eventi che riguardano un territorio. Ma ecco Nardiello:
“L’amore per la propria terra spinse migliaia di persone a
mettere in piedi una protesta che salvò l’economia di un
territorio ricco di storia evitando l’insediamento di
un’infrastruttura che avrebbe portato la morte senza alcune
ricchezza. Noi, “guerrieri di pace non addestrati” con la non
violenza sapemmo difendere e salvare la bellezza di un'area ha ancora
il bisogno di essere difesa per essere liberata da progetto di
sviluppo distorto che qualcuno vuole realizzare. Per questo siamo
ancora impegnati nello spirito di “Scanzano” a custodire e
ricordare la più grande esperienza di mobilitazione politica del
meridione attraverso un impegno diretto e continuo. Un impegno
rivolto alla messa in sicurezza ed all’allontanamento dei rifiuti
radioattivi presenti nel centro Itrec della Trisaia di Rotondella e
ad evitare che si continui con la produzione di scorie petrolifere
convinti che oggi come allora rassegnarsi è peccato”.
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