LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 9.1.19
POLICORO
– Si
è rotto il feeling tra movimenti ambientalisti e M5s. Tanto che
l'incontro di ieri, a Roma, al Ministero dell'ambiente, tra il
ministro Sergio Costa ed i movimenti No triv è stato rinviato. E c'è
chi ha lanciato una petizione per “Un santuario dei cetacei nel
Golfo di Taranto al posto delle trivelle”. Monta, dunque, la
protesta nei confronti del Ministero dello sviluppo economico, retto
dal vicepremier Luigi Di Maio, dopo i tre permessi di ricerca alla
Global Med. Sul “piede di guerra” partiti di opposizione ed
amministratori. Non sono bastate le giustificazioni di Di Maio e
Costa: “Atto dovuto in una procedura intrapresa quando al Governo
vi era il Pd. Noi non faremo mai trivellare i nostri mari”. Ma
eccoci all'incontro di Roma. “Mediterraneo no triv (con sede a
Policoro, ndr) – ha detto Giovanna Bellizzi - aveva reso noto che
non vi avrebbe partecipato per protesta. Non è vero che i permessi
alla Global Med fossero un atto dovuto. Noi avevamo mandato
osservazioni non sono prese in considerazione”. Il Pd, intanto, con
il segretario del Materano, Claudio Scarnato, ha chiamato alla
“mobilitazione”: “Quello che doveva essere il Governo del
cambiamento si sta rivelando quello del tradimento”.
Ed il consigliere regionale Paolo Castelluccio (Centrodestra) ha
aggiunto: “E' facile dire da parte di Lega e M5s di essere contro e
che le responsabilità sono di precedenti Governi e di altri
partiti”. Il sindaco Salvatore
Cosma (Tursi): “Ci uniamo a chi ha manifestato opposizione
disponibili a scendere in piazza nelle città o a Roma”. DiEM25
e Sinistra italiana, con Associazione
ambiente e legalità, Collettivo donne e Gruppo volontari per
l'Ambiente, sedi di Matera, infine, hanno lanciato una petizione su
Change.org per “Un santuario dei cetacei al posto delle trivelle”:
“Organizzazioni
scientifiche hanno riscontrato nello Jonio un ecosistema
sorprendente. Tante specie animali vivono nel nostro mare e
giustificherebbero la creazione di un'area protetta”.
CASTELLUCCIO: “TROPPO FACILE OGGI DIRE NO E SCARICARE RESPONSABILITA’ SU ALTRI”
POLICORO - “Sulle autorizzazioni alle trivellazioni nel Golfo di Taranto ed a poche miglia della costa jonica stiamo assistendo alla propaganda: è facile dire da parte di tutti – leghisti e cinquestelle soprattutto - di essere contro e che le responsabilità appartengono ad altri, i precedenti Governi nazionale e regionali ed agli altri partiti”. Lo ha affermato il consigliere regionale Paolo Castelluccio aggiungendo: “Dalla fine del 2015 ho messo in guardia dai facili ottimismi sulla vittoria contro le ricerche petrolifere nello Jonio quando l’emendamento del Governo guidato da Matteo Renzi alla legge di stabilità ripristinò il divieto delle 12 miglia dalla costa per le perforazioni avvertendo che il Metapontino non era ancora del tutto salvo dall’aggressione delle trivelle. Dunque – è il mio appello – si metta da parte la propaganda e si lavori per scongiurare il nuovo rischio trivelle”.
TRIVELLAZIONI NEL MAR IONIO. NETTA OPPOSIZIONE DEL SINDACO COSMA
TURSI - “Siamo pronti a difendere il nostro mare con le unghie e con i denti”. Lo ha detto il sindaco Salvatore Cosma unendosi a chi ha manifestato la sua opposizione alle nuove autorizzazioni firmate dal Ministero retto dal vicepremier Luigi Di Maio per le ricerche petrolifere nello Ionio. “Non staremo a guardare lo scempio del nostro mare – ha spiegato il primo cittadino - che questo Governo non ha fermato pur potendolo fare. Appena insediato, nel luglio del 2015, partecipai alla manifestazione sul lungomare di Policoro contro le trivellazioni e dissi “No” all’art. 38 del decreto Sblocca Italia varato da Matteo Renzi che unificava l'autorizzazione di ricerca con la concessione ad estrarre idrocarburi, nel referendum del 17 aprile 2016. Insomma, ci siamo battuti e ci batteremo per fermare l'assurdo processo di distruzione che il Governo nazionale, prima a guida Pd ed ora Lega e Cinque Stelle, non ha fermato. Ci uniamo a coloro che hanno manifestato la loro ferma opposizione a questo scempio ricorrendo, qualora fosse necessario, anche a scendere in piazza nelle nostre città o a Roma”.
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