LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 7.3.19
SCANZANO JONICO – Quale
sarà il destino della Città della pace per i bambini vittime dei
conflitti in costruzione proprio nell'area già destinata nel 2003
dal Governo Berlusconi allora in carica a cimitero atomico d'Italia?
Sarà fra due anni un centro di accoglienza per circa cento
lavoratori stagionali extracomunitari, come hanno affermato prima il
prefetto Antonella Bellomo e poi Pietro Simonetti, del Coordinamento
politiche migranti della Regione, o rimarrà un centro, come da
progetto originario, per accogliere bambini e famiglie ai fini
formativi, di istruzione e di ricerca, come rivendica il Comune? Ma
partiamo da Simonetti che, alla Gazzetta, ha dichiarato il 1 marzo
scorso: “Il progetto per il completamento della Città della pace,
con 2 milioni di euro concessi dal Ministero dell'interno, prevede sì
formazione e cultura ma anche accoglienza per 90-100 lavoratori
extracomunitari. Altrimenti il cantiere rimarrà tale sino al 3000”.
Parole decise e dure accompagnate dalla notizia sull'impegno della
Regione, a breve, ad appaltare fondi del ministero del lavoro del
Programma operativo nazionale (Pon) accoglienza anticaporalato per
dare alloggio, temporaneamente, in strutture ricettive private, a 150
rifugiati de La Felandina. Ieri, perciò, abbiamo sentito, a
proposito, il vicesindaco del Comune jonico, Santolo Sabato: “Noi
fummo informati tempo fa che erano stati trovati i finanziamenti per
il completamento della struttura in fase di costruzione a Terzo
Cavone. Così, di concerto anche con la prefettura di Potenza,
abbiamo dato la disponibilità a progetti per la lotta al caporalato
che non snaturassero la destinazione iniziale della “Città”. Si
doveva pensare, quindi, ad accogliere bambini e famiglie da integrare
nel tessuto lavorativo. E questo doveva servire come contrasto alla
lotta ai caporali. Questi gli ultimi nostri aggiornamenti”. Il
vicesindaco Sabato ha concluso informando che a breve si terrà un
incontro sul merito tra Comune e task force migranti regionale.
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