venerdì 29 marzo 2019

“LA DIGNITA' DELLE PERSONE VIENE PRIMA DI OGNI LEGGE”. MONS. OROFINO CHIUDE IL CONVEGNO NAZIONALE DELLE CARITAS DICOCESANE SUL TEMA “LA CARITA' E' CULTURA”. CAMMISA (CARITAS MATERANA): “ECCO CHI SI RECA NEI NOSTRI CENTRI PARROCCHIALI”

MONS. OROFINO CELEBRA LA MESSA CONCLUSIVA DEL CONVEGNO DI SCANZANO JONICO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 29.3.19

SCANZANO JONICO - “C'è l’esigenza di una carità interna, concreta, politica, ecologica, europea, educativa. Un concetto che potrebbe quasi tradursi in un una sorta di mandato ad essere artisti di carità, attingendo dalla cultura cristiana del servizio, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società”. Lo ha detto don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, chiudendo il 41° Convegno nazionale delle Caritas diocesane sul tema “Carità è cultura” svoltosi da lunedì scorso nell'Hotel Portogreco con la partecipazione di oltre 550 delegati provenienti da tutta Italia. Delegati che si sono confrontati con le problematiche più urgenti della società come dettate dalla crisi economica in atto nel Paese ed anche sui rapporti con il Governo nazionale guidato da Giuseppe Conte. Che fare? Alla domanda ha risposto monsignor Vincenzo Orofino, vicepresidente della Caritas nazionale e vescovo di Tursi e Lagonegro: “Dobbiamo avere la consapevolezza di essere una chiesa che sta con la gente e che si coinvolge nelle sue problematiche rispondendo ai bisogni delle persone accompagnandole ad uscir fuori da essi. Non basta dare il pane oggi ma aiutare chi ne ha la necessità a procurarselo da se. Sul fronte dell'accoglienza, poi, dobbiamo avere uno sguardo attento a chi arriva da noi nel rispetto delle leggi e delle indicazioni di chi ha il potere politico. Ma la dignità delle persone viene prima di ogni legge. L'approccio al problema da parte del Governo fa presa sulla gente ma noi pensiamo che le persone vadano accolte dignitosamente”. Ma chi si rivolge ai centri della Caritas sparsi in ogni angolo d'Italia? Chi sono i nuovi poveri del nostro Paese? Come aiutarli? Domande a cui ha risposto Anna Maria Cammisa, direttrice della Caritas diocesana di Matera: “Si tratta soprattutto di chi non ha mai avuto un lavoro, di chi lo ha perso, di uomini separati. Questi ultimi sono l'anello debole della catena di una famiglia che si spezza. Si tratta, è vero, di extracomunitari per la gran parte ma aumentano i nostri connazionali. Noi tocchiamo con mano la crisi sempre più dilagante. Carità, allora, è cercare di bloccarla. Come? Col lavoro. C'è tanta dignità in giro. Noi non diamo soldi e non facciamo mera assistenza. Cerchiamo di dare indicazioni per una occupazione anche con tirocini formativi. Le Caritas debbono ridare un futuro a chi si sente emarginato”.

UN MOMENTO DELLA FUNZIONE RELIGIOSA
IL CONFRONTO A PIU' VOCI SU “CARITA' E' CULTURA”

SCANZANO JONICO – Confronto a più voci ieri al convegno delle Caritas diocesane nella tavola rotonda su “Carità è cultura” coordinata da Paolo Lambruschi, inviato di Avvenire. Così, Marco Damilano, direttore de L'Espresso, ha dato spunti su se e come la cultura della carità possa incidere nei contesti laici e politici. Gian Franco Svidercoschi, giornalista e scrittore, ha evidenziato come la cultura della carità possa aiutare a superare i venti contrari e gli “inverni culturali” della nostra epoca. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, ha trattato di come la Chiesa e le Caritas possano promuovere una carità in grado di avere rilevanza culturale e mediatica. Ansou Cisse, migrante senegalese, ha parlato del suo percorso di integrazione.

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