SCANZANO JONICO. RIPOLI “LA CITTA' DELLA PACE NON ACCOGLIERA' I MIGRANTI DE LA FELANDINA”. LA SMENTITA DOPO LE DICHIARAZIONI DEL PREFETTO BELLOMO
IL CANTIERE CHIUSO DELLA CITTA' DELLA PACE
SCANZANO JONICO - “Non mi risulta che un centinaio
di migranti stagionali che vivono attualmente nella baraccopoli
realizzata nei capannoni de La Felandina, a Metaponto, saranno
trasferiti dalla Regione nella costruenda Città della pace di Terzo
Cavone. Qualche tempo fa ho parlato della questione con Pietro
Simonetti, responsabile regionale della task forze sull'immigrazione,
ed egli mi ha garantito che non c'è una ipotesi del genere in
campo”. Lo ha detto il sindaco del centro del Metapontino,
Raffaello Ripoli (Movimento civico scanzanese) quando gli abbiamo
chiesto “lumi” su una dichiarazione fatta il 28 febbraio scorso
dal prefetto di Matera Antonella Bellomo: “Il massimo ente locale
regionale sta pensando di poter utilizzare la struttura della Città
della pace in costruzione a Scanzano Jonico per dare un alloggio ad
un centinaio di persone che vivono nei capannoni abbandonati dell'ex
consorzio industriale alla confluenza della Basentana con la Jonica”.
Ma ecco ancora il primo cittadino: “Avevo già sentito parlare di
questa possibilità qualche mese fa, da qui il mio interessamento.
Non si tratta, però, di una soluzione praticabile. Il progetto della
Città della pace è finalizzato a fini formativi, culturali e di
ricerca e non residenziali per migranti regolari. Non sarà, cioè,
un centro di accoglienza o qualcosa similare. Noi escludiamo
l'ipotesi paventata dal prefetto come abbiamo già esposto a
Simonetti. Anche perchè Scanzano Jonico si è messo in regola coi
doveri di ospitalità avendo adempiuto, con le famiglie attualmente
accolte nei locali della parrocchia, proprio a Terzo Cavone, ai
nostri obblighi in materia”. Intanto, nell'area che doveva servire
da cimitero atomico nazionale, come è risultato da un nostro
sopralluogo di due giorni fa, vi sono due cantieri chiusi: quello
della Città della pace e quello dell'Abitazione della pace, la cui
prima pietra fu posta dal premio Nobel Betty Williams il 23 marzo
scorso. Quando saranno riaperti? Ripoli: “Il cantiere della “Città”
potrebbe partire con i fondi del ribasso d'asta. C'è, però, la
possibilità concreta di ricevere due milioni di euro dallo Stato,
facendo delle varianti al progetto prima di riprendere i lavori. La
realizzazione dell'“Abitazione”, invece, è quasi ultimata. Si
tratta di tre moduli abitativi che accoglieranno altrettante famiglie
di rifugiati costrette a fuggire dalle proprie case e dal proprio
Paese di origine a causa di persecuzioni e guerre”.
(ARTICOLO PROGRAMMATO PER OGGI MA RINVIATO PER ALTRE
NOTIZIE URGENTI. LA DICHIARAZIONE DI SCIOPERO AD OLTRANZA DELLA
GAZZETTA MI SPINGE A PUBBLICARLO SUL MIO BLOG)
Nessun commento:
Posta un commento