La stampa lucana è in crisi minata dalle difficoltà
editoriali, dalle accuse (spesso ingiuste) di parte della politica
che preferisce il web, dalla debolezza dei corpi redazionali e da un
mercato del lavoro per i giornalisti praticamente inesistente. Forse
anche per questo sono passate quasi sotto silenzio le elezioni per il
rinnovo delle cariche nell’Assostampa lucana, il sindacato unitario
della categoria. Elezioni che hanno visto una spaccatura frontale tra
la lista di Controrrente, il gruppo che da anni ha gestito
l’organismo, e quella di Stampa Libera ed Indipendente, composta
per la gran parte da new entry nella competizione elettorale. Come è
finita? Con l’elezione di 8 membri per il secondo raggruppamento (4
nel direttivo e 2 nel collegio dei revisori ed in quello dei
probiviri) contro 7 (5 più 1 più 1) del primo. In termini di voti
assoluti essi sono stati, come ha fatto rilevare Pierantonio
Lutrelli, 73 per Stampa Libera ed indipendente (37 professionali e 36
collaboratori) contro i 71 di Controcorrente (50 + 21). Quest’ultima
lista, però, per effetto di quanto prevede lo statuto (7 membri su 9
ai professionali contro 2 su 9 ai collaboratori) ha ottenuto 5 seggi
contro 4 nel direttivo. Nei prossimi giorni è prevista l’elezione
delle cariche istituzionali. Come finirà? Non resta che attendere.
E’ importante, infatti, la posta in palio. Che interessa anche
l’opinione pubblica ed i cittadini di Basilicata. Da una parte,
Controcorrente, vi sono quanti, per la gran parte, hanno, come dire,
il posto di lavoro protetto e garantito. Dall’altra, in Stampa
Libera ed Indipendente, vi sono, per la gran parte, precari,
giornalisti che ricevono lo stipendio ogni tre mesi, disoccupati,
inoccupati, collaboratori con contratti di co.co.co (aboliti in ogni
altra attività professionale). Questi ultimi, pur riempiendo ogni
giorno le pagine dei giornali, non hanno diritto ad un “normale”
orario di lavoro, al riposo settimanale, alle ferie, all’indennità
di malattia. Insomma, quando c’è la crisi, c’è sempre chi
soffre di più. Che ora ha alzato al testa e vuole farsi sentire a
livello sindacale. A cominciare con una modifica allo statuto con una
nuova distribuzione degli incarichi nel direttivo legata non alla
anacronistica differenza tra professionali e collaboratori ma al
reale numero degli iscritti delle due categorie (attualmente 121
professionali contro 111). Altrimenti, e paradossalmente, potrebbe
accadere, ad esempio, che 50 professionali eleggano 7 membri del
direttivo contro 2 di 100 collaboratori. Un sistema di elezione già
sancito in altre regioni. L’invito, pertanto, è rivolto a tutti
coloro che si trovano in questa difficile situazione, i 747
pubblicisti (contro i 196 professionisti) iscritti all’Ordine:
iscrivetevi all’Assostampa per difendere i vostri diritti.
Sappiatelo: non esiste giornalismo senza sindacato. Ma perché la
vicenda dell’Assostampa di Basilicata deve interessare l’opinione
pubblica? Perché avere una stampa professionalizzata, attenta al
rispetto delle regole, al codice deontologico, sia in tv sia sulla
carta stampata e, soprattutto, sul web, è alla base della
democrazia. La lotta alle fake news che avvelenano l’informazione
ed il rilancio della stampa anche qui da noi si fa con emittenti,
giornali, siti web, con al loro interno giornalisti iscritti al
relativo ordine ed al loro sindacato. Giornalisti da non dividere più
tra professionisti di serie A e di serie B.
Filippo MELE
Consigliere nazionale FNSI
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