La slide del Bollettino epidemiologio regionale di oggi |
MALEDETTO VIRUS. IERI HAI COLPITO ALCUNI MIEI ASSISTITI. CI STAI ROVINANDO LA VITA. VORREI ESSERE UN RAMBO PER DISTRUGGERTI MA MI SENTO UNO ZOMBIE. EPPURE, ALLA FINE, PERDERAI
Caro diario ti scrivo. Un'altra pagina nera. Ieri il maledetto virus ha attaccato alcuni miei pazienti. Quando ho avuto la notizia, nella tarda serata, mi sono sentito colpito, amareggiato, affranto. Quasi fosse stata colpa mia. Invece l'attacco è stato di quel famigerato Covid-19 che ci sta distruggendo la vita. Nessun giorno è uguale, ormai, a quello precedente. Viviamo tutti nella paura del contagio. Ma dobbiamo andare avanti. Soprattutto noi medici dobbiamo avere la forza di non abbatterci e di infondere la nostra sicurezza a chi ha affidato a noi la sua salute. Sicurezza? Purtroppo, non c'è. Stanotte ho dormito poco e male. Come sta accadendo, ormai, da tempo. Pensavo ai miei pazienti. Come curarli? Che farmaci usare? Ricoverarli oppure no? Per me combattere una patologia simile è una cosa nuova. Un fatto è vedere queste cose in tv, un fatto è avere tu, personalmente, la responsabilità della cura. Stamattina mi sono alzato alle sei. Sono uscito di casa alle 7. Non ho svegliato mia moglie, che dorme ormai da circa 3 settimane in un'altra stanza. Io, medico, sono troppo pericoloso per lei. Ho mandato due messaggi Whatsapp a due specialisti, a Maurizio Stigliano ed al primario di malattie infettive di Matera, Giulio De Stefano. Alle otto ho chiamato l'ospedale Madonna Delle Grazie, per cercare di parlare con gli infettivologi. Ho ripetuto la chiamata alle 8.45. Mi ha risposto, cordiale e gentile, la collega Anna Fineo. Le ho illustrato le condizioni e le comorbilità dei miei assistiti. Da ricoverare. Al rifiuto, però, possiamo usare un determinato antibiotico oltre al paracetamolo per la febbre. E così è stato. Con l'impegno di risentirci verso l'una per vedere se fosse stato possibile usare un altro farmaco. Intanto mi hanno richiamato, nonostante stiano combattendo una guerra terribile sia Stigliano sia De Stefano. Grazie. Mi sono sentito rincuorato per me e soprattutto per i miei pazienti che stanno vivendo sulla propria pelle questa inquietante realtà. Alle 13, dopo tante ricette da spedire online ed i problemi degli altri assistiti (tosse, rinofaringiti varie, attacchi di panico, ansia, necessità di ossigenoterapia, richiesta di emotrasfusione a domicilio), la chiamata a Matera. Il farmaco in questione si può usare solo in ospedale. Ma il mio amico di vecchia data affetto da Covid-19 vuole rimanere a casa sua. Nonostante tutto. Lo abbraccerei. Ma non posso. Lo visiterei. Ma non posso. Maledetto virus ci hai resi impotenti. Vorrei essere un Rambo per distruggerti. Ma mi sento uno zombie. Eppure, maledetto Covid-19 perderai la guerra.
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