mercoledì 17 giugno 2020

RITARDI NUCLEARI. SOGIN: “10 ANNI PER UNA AUTORIZZAZIONE A ROTONDELLA”


L'AUDIZIONE DI PERRI E FONTANA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

TEMPI LUNGHISSIMI ANCHE PER LA SCELTA DEL SITO PER IL CIMITERO ATOMICO NAZIONALE. AUDIZIONE DAVANTI ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI DI LUIGI PERRI ED EMANUELE FONTANI, RISPETTIVAMENTE PRESIDENTE ED AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA SOGIN SPA. SI TRATTA DELLA SOCIETÀ INCARICATA DI GESTIONE E SMANTELLAMENTO (DECOMMISSIONING) DEI SITI ATOMICI ITALIANI TRA CUI L'ITREC DELLA TRISAIA OLTRE CHE DELLA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEL DEPOSITO UNICO DEI RIFIUTI RADIOTTIVI. QUESTIONI CHE RIGUARDANO DA VICINO LA BASILICATA ED IL METAPONTINO PER IL SITO DI ROTONDELLA E PER LA LOCALIZZAZIONE FUTURA DEL “CIMITERO”


E' un elenco di ritardi la storia del nucleare in Italia. L'ennesima conferma è arrivata ieri, alla Camera dei deputati, dove, la Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, presieduta da Stefano Vignaroli (M5s), ha ascoltato Luigi Perri ed Emanuele Fontani, rispettivamente presidente ed amministratore delegato della Società gestione impianti nucleari (Sogin) spa. I membri dell'organismo hanno “indagato” sullo stato della “partita” atomica nazionale affidata, per la gran parte, proprio alla Sogin, interamente di proprietà del Ministero del tesoro, leggi Stato. E' quella spa, infatti, che ha la gestione del vecchio armamentario nucleare italiano e l'incarico di riportarlo a prato verde, in gergo “decommissioning”. E tra quei siti c'è anche l'Itrec della Trisaia di Rotondella. Sempre Sogin, inoltre, ha ottenuto l'incarico a progettare e costruire il Deposito unico delle scorie radioattive del Belpaese. Deposito per il quale la nostra regione ha dovuto affrontare la “battaglia di Scanzano Jonico”, nel novembre 2003, per rigettare al mittente, Governo Berlusconi, il Decreto che ubicava la struttura nei depositi di salgemma di Terzo Cavone, a 500 metri dalla riva del mare. Battaglia, come è noto, vinta dal popolo lucano. Altre aree della regione, però, sarebbero presenti nella Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee). Allerta stò, quindi, in sede locale, da parte di politica, enti pubblici, organizzazioni ambientaliste. Così, l'audizione di Perri e Fontani ha interesse anche per noi. Ed in effetti i due non si sono sottratti dal parlare anche di cose “lucane”. “Importante è stata l'autorizzazione da noi ottenuta – ha detto Fontani - per lo stoccaggio a secco del combustibile nucleare del sito di Rotondella, le 64 barre ad oggi presenti nella piscina della Trisaia. E' una autorizzazione molto datata. Nel 2010 otteniamo l'autorizzazione al trasporto. I due cask (contenitori, ndr) sono validati dallo Stato francese. Dopo quasi dieci anni otteniamo anche l'autorizzazione per lo stoccaggio a secco del combustibile, un unicum nel sistema italiano soprattutto grazie ad una importante collaborazione con l'ente di controllo. Ente che ci ha dato una serie di suggerimenti per le procedure che dobbiamo portare avanti nello smantellamento. Ciò al fine di avere la presenza dei cask sul sito con il progredire delle attività. Ed a Rotondella stiamo già lavorando alla realizzazione del deposito in cui saranno gestiti i due cask”. Altre 119 autorizzazioni, però, su scala nazionale, attendono ancora il parere del l’Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), l’autorità per la vigilanza specifica in Italia. l'Ispettorato sarebbe “a corto” di risorse umane. Da qui i ritardi nei rilasci delle autorizzazioni con notevole aggravio di costi e deficit di sicurezza. E lentezze colossali riguardano il Deposito unico nazionale di superficie delle scorie d'Italia. Il punto è questo: a marzo l’Isin ha validato e spedito ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente la revisione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) compilata da Sogin. “Carta” in cui sono indicate tutte le aree idonee ad ospitare la struttura. L'iter prevede che i due ministeri debbano dare il nulla osta alla pubblicazione con la “rivelazione” dei siti idonei prima della concertazione con gli enti locali. Sarà mai pubblicata la Cnapi? Troppe volte si è assistito negli anni scorsi ad annunci da parte dei ministri competenti. Salvo, poi, a registrare i “silenzi” che hanno portato alla situazione attuale. La pubblicazione della Carta, infatti, riguarderà, a quanto sinora è trapelato, tutte le regioni. In ognuna di esse (Basilicata compresa) dovrebbero esservi siti idonei. E, si sa, al momento, nessuno vuole nel suo “giardino” le scorie radioattive del Belpaese. “Mal di pancia” che potrebbero, ed è questa la “paura”, ripercuotersi sui risultati elettorali in una Italia in cui si vota una volta l'anno.

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