NELLA MOZIONE FINALE DEL
CONSIGLIO NAZIONALE DELLA FIMMG, IL SINDACATO CON IL MAGGIOR NUMERO DI ISCRITTI
TRA I GENERALISTI, È EVIDENZIATO COME “I MEDICI DI MEDICINA
GENERALE RESTINO LE VERE SENTINELLE PER IL CONTROLLO DI UNA INFEZIONE
CON CUI CONVIVERE LE NOSTRE QUOTIDIANITÀ”. IL PUNTO SULLA
INTEGRAZIONE CON LE USCA (LE UNITÀ DI CURA SUL TERRITORIO DEI MALATI
COVID), SULLO SVILUPPO DELLA APP IMMUNI, SUL CONTRATTO DI LAVORO E
SULLA NECESSARIA FORNITURA DI DISPOSITIVI INDIVIDUALE DI PROTEZIONE
COME PREVISTO DAL DECRERTO CURA ITALIA. DENUNCIATA CON SDEGNO LA
MANCATA INDENNITÀ ASSICURATIVA PER I FAMILIARI DEI MEDICI DECEDUTI A
CAUSA DEL COVID-19 IN CONTRASTO CON QUANTO INTERPRETATO PER I
DIPENDENTI DALL’INAIL
CONSIGLIO NAZIONALE FIMMG RIUNITO
IN VIDEOCONFERENZA L'11 LUGLIO 2020
Il Consiglio Nazionale della FIMMG
riunito in videoconferenza in data 11 luglio 2020, sentita la
relazione del Segretario Generale Nazionale, Silvestro Scotti,
la approva.
la approva.
Il Consiglio Nazionale,
in previsione della proroga dello stato
di emergenza pandemica oltre il 31 luglio, ritiene fondamentale
affermare che ormai l’infezione da COVID-19 è diventata
un’endemia, pertanto la medicina territoriale e in primo luogo la
medicina generale restano le vere e centrali sentinelle per il
controllo di un’infezione endemica, ovvero una infezione con cui
convivere le nostre quotidianità, e che richiede un approccio
assistenziale diverso da quello utilizzato per affrontare la
pandemia, che, se già ha mostrato nell’approccio assistenziale le
sue limitazioni e criticità nei primi mesi di emergenza, ancora di
più ne avrebbe nell’attuale contesto.
Sottolinea e rivendica il ruolo
insostituibile del medico di medicina generale, forte del rapporto
fiduciario basato sulla libera scelta del cittadino, e diffida da chi
propone figure sanitarie o silos organizzativi alternativi o in
contrapposizione o in sostituzione e non nella necessaria
integrazione che porti alla attuazione del microteam come unità
organizzativa assistenziale del territorio.
Sostiene tutti i livelli locali di
FIMMG nell’informazione della cittadinanza sulle condizioni di non
sicurezza in cui rischiano di versare gli ambulatori della medicina
generale ed ad attivare tutte le azioni fino alle denunce alle
autorità competenti e allo sciopero, se necessario, rispetto alla
parziale o superficiale applicazione del decreto Cura Italia in
riferimento alla fornitura dei DPI ai Medici di Medicina Generale,
forniti, ove raramente succede, senza coerenza con la programmazione
delle attività ambulatoriali, domiciliari e di prevenzione, in
particolare per le vaccinazioni, che potrebbero essere nuovamente
interrotte in caso di focolai o nuove zone rosse.
Il Consiglio Nazionale
guarda con preoccupazione ad alcune
visioni funzionariali di sviluppo delle USCA, utili per la gestione
domiciliare dei pazienti COVID in collaborazione con i medici di
medicina generale ma mai sostitutive delle loro specifiche funzioni,
a partire da quelle della Continuità Assistenziale, auspicando
invece che rientrino nella cornice contrattuale della medicina
generale come base della discussione sulla evoluzione verso un ruolo
unico, come oltretutto previsto dalle leggi; richiede pertanto
l’immediata definizione di un atto di indirizzo da parte delle
Regioni sui temi di immediata necessità per dare corpo contrattuale
ai disposti normativi, come si deve nella democrazia delle relazioni
sindacali, in assenza del quale dà disponibilità al Segretario di
poter attivare prerogative quali lo stato di agitazione fino allo
sciopero.
Plaude all’iniziativa del Segretario
e dell’Esecutivo Nazionale che ha sostenuto la formulazione ed
entrata in vigore del decreto Liquidità, in relazione all’articolo
38, che ha finalmente garantito l’adeguamento della quota capitaria
e oraria al 2018 e l’erogazione dei relativi arretrati,
sottolineando al contempo la necessità che la medicina generale
rinforzi la propria capacità di relazionarsi con il mondo digitale,
che si sta rapidamente definendo in tutti i sistemi del servizio
sanitario nazionale, attraverso una piattaforma quale quella proposta
da NetmedicaItalia che risponda alle specifiche esigenze
professionali dei medici ad interposizione tra i singoli gestionali e
i portali della pubblica amministrazione.
Rifiuta che indispensabili logiche di
lockdown e distanziamento sociale, utili alla riduzione della
infezione da COVID-19, stiano creando la apparente giustificazione di
un lockdown e distanziamento contrattuale e negoziale tra le parti,
con la sospensione delle trattative nazionali, regionali ed aziendali
a favore di atti dirigenziali unilaterali da parte delle direzioni e
del funzionariato di parte pubblica, sostenendo che la ripresa delle
relazioni tra le parti sia l’unica strada per affrontare le sfide
legate all’endemia e ad ogni altro tema che di volta in volta
riguarda la nostra area professionale.
Si impegna a mettere in atto ogni
iniziativa informativa all’interno di FIMMG al fine di trasmettere
e rendere evidente ai livelli periferici l’incessante lavoro sui
tavoli istituzionali, legislativi, politici e dell’informazione
mediatica che il Sindacato sta portando avanti in questi mesi a
partire dagli organismi apicali e in condivisione con tutto il
Consiglio, al fine di realizzare quella “collegialità
responsabile” e informata indispensabile per la piena
partecipazione dei nostri iscritti ad ogni progetto affrontato.
In particolare, ritiene fondamentale
che la responsabilità progettuale sia condivisa anche
trasversalmente con il confronto e supporto ai Settori, che devono
diventare protagonisti della rielaborazione di un disegno progettuale
della medicina generale del futuro che verrà proposto al prossimo
Congresso Nazionale.
Denuncia con sdegno la mancata
indennità assicurativa per i familiari dei medici di medicina
generale deceduti a causa del COVID-19, in contrasto con quanto
interpretato per i dipendenti dall’INAIL che allarga il concetto di
infortunio sul lavoro o malattia professionale all’infezione da
coronavirus; da mandato alla commissione AssiPre, nell’ambito del
tavolo paritetico istituito dall’ENPAM, di trovare soluzioni anche
rinegoziando le condizioni contrattuali che assimilino i trattamenti
dei nostri medici e quelli dei loro superstiti a quelli dei
dipendenti.
Denuncia e impegna il Segretario alle
giuste proteste nei confronti del Presidente del Consiglio e dei
Ministeri della Salute, del Lavoro e dell’Economia, circa il
rigetto della delibera ENPAM per l’aumento dell’allineamento
previdenziale oltre i dieci anni per i superstiti dei medici morti
per Covid-19 (Delibera Marcello Natali).
Sostiene con forza che non saranno
accettati ulteriori rinvii alla pubblicazione da parte delle Regioni
del bando per il Corso di Formazione in Medicina Generale (CFSMG)
2020-2023, che dovrà realizzarsi entro le prossime settimane, e
all’inizio del triennio del CFSMG 2019-2022, da far partire entro
il 1° settembre e, seppur sottolineando positivamente l’incremento
di 20 milioni di € delle borse di studio per il CFSMG a partire dal
2021, ricorda che per sostenere il ricambio generazionale e ridurre
il rischio di carenza di medici previsto da tutte le proiezioni,
l’investimento minimo per avere in equilibrio generazionale la
medicina generale è pari ad almeno 40 milioni di € fino al 2030.
Assume l’impegno prioritario a
progettare con i nuovi medici di famiglia, in coerenza con quanto
proposto dal Presidente dell’ENPAM Alberto Oliveti, un concreto
“scambio generazionale” attraverso un patto professionale che
affronti le nuove sfide attraverso le nuove tecnologie, senza
rinunciare ai cardini fondamentali su cui si fonda la nostra storia e
identità sindacale.
Denuncia, inoltre, lo stato di
difficoltà di un intero settore, quello dei medici fiscali, che
vedono ancora bloccate le loro attività e conseguentemente il loro
reddito, e chiede la ripresa immediata, con i dovuti protocolli di
sicurezza per gli operatori, delle funzioni della medicina fiscale
INPS ancora oggi inspiegabilmente bloccata in tutte le Regioni.
Il Consiglio Nazionale
ritiene strategica, per il ritorno alla
normalità durante un periodo di endemia, l’utilizzo di sistemi di
tracciabilità e promuove verso gli iscritti la campagna FIMMG di
sensibilizzazione nell’uso dell’App Immuni da parte dei medici di
famiglia e dei loro pazienti attraverso l’affissione del manifesto
nelle sale d’attesa e la divulgazione sui social delle immagini e
dei video scaricabili sul sito FIMMG;
da mandato al Segretario di aderire al
progetto previsto dal Governo per la riapertura delle nostre scuole,
grazie a screening sierologici del personale docente e non delle
scuole primarie e secondarie italiane, attraverso test forniti e
validati dalle autorità sanitarie, ritenendo centrale il ruolo dei
Medici di Medicina Generale che potrebbero essere determinanti alla
ripartenza della scuola, conseguentemente della didattica e del
miglioramento culturale della popolazione, miglioramento che è la
base di cui un paese in salute ha bisogno se vuole sviluppare azioni
di empowerment del cittadino.
La diagnostica non potrà però essere
solo quella “sierologica” e per la scuola, ma si richiama il
Ministero della Salute a fare in modo che tale progetto rientri
all’interno del più ampio progetto di potenziamento della capacità
diagnostica di primo livello negli studi della Medicina Generale,
cosi come prevista dalla legge di bilancio del 2019, consolidando
immediatamente l’impegno dei 236 milioni di euro per la diagnostica
negli studi medici di famiglia; si richiede allo scopo, a questo
punto con forza, una ordinanza del Ministero della salute che metta
insieme le due possibilità. Appare necessario infatti a questo punto
che alla responsabilità mostrata dalla medicina di famiglia verso la
scuola corrisponda una pari responsabilità da parte delle
Istituzioni, Ministero e Regioni, visto il fermo a dieci mesi
dall’approvazione della legge di bilancio, viste anche le
conseguenze dell’endemia sulle liste d’attesa e sulle visite e
prestazioni di secondo livello; la Medicina Generale ha volontà di
partecipazione a soluzioni strutturali e non a fare da “tappabuchi”.
Il Consiglio Nazionale
si raccomanda al Paese, alle
Istituzioni, ai medici di medicina generale tutti sul fatto che
abbiamo solo poco più di due mesi per prepararci: se entro settembre
come Organizzazione Sindacale non vedremo risolte le criticità che
più volte abbiamo denunciato, compreso oggi, attraverso decisioni
che finalmente affermino il nostro ruolo, con o senza Covid
inizieremo a ridurre la nostra disponibilità, più che dimostrata in
questo periodo, e organizzeremo un autunno di lotta sindacale contro
tutte le azioni che si attiveranno in conseguenza del decreto
Rilancio e che non rilancino il territorio ma rilancino le politiche
dei silos, impedendo la reale collaborazione multiprofessionale nei
nostri ambulatori e al domicilio dei nostri pazienti.
Approvata all’unanimità.
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