mercoledì 8 luglio 2020

SCANZANO JONICO. COMMISSARIE PREFETTIZIE IN AZIONE

IL MUNICIPIO DI SCANZANO JONICO

NEL “MIRINO” ABUSIVISMO EDILIZIO E MANCATI INTROITI DA CONTRATTI COMUNALI. EMESSE DUE ORDINANZE DI DEMOLIZIONE A CARICO DI ATTIVITÀ NEL SETTORE DELLA LAVORAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DELL'ORTOFRUTTA. INTANTO, SARÀ DATO INCARICO AD UN LEGALE PER RECUPERARE 90MILA EURO DI CANONI DI LOCAZIONE NON RISCOSSI DA UN ESERCIZIO PUBBLICO

SCANZANO JONICO – Due ordinanze di demolizione sono state adottate nei giorni scorsi dalle Commissarie prefettizie Rosalia Ermelinda Camerini, Maria Luisa Ruocco e Rosa Maria Simone a carico di due attività del settore della lavorazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. Ieri, invece, è stata adottata una delibera con cui si propone di esercitare azioni giudiziarie nei confronti di una società che ha la gestione di un esercizio pubblico in locali comunali. Commissarie prefettizie, dunque, in azione antiabusivismo edilizio e per “rimpinguare” le anemiche casse comunali. Ma andiamo alle ordinanze di demolizione adottate dopo specifici verbali di accertamento eseguiti congiuntamente dall'Ufficio tecnico e dalla Polizia municipale. Da qui le due ordinanze notificate ai proprietari degli immobili con l'obbligo di ripristino dello stato dei luoghi a loro cure e spese entro e non oltre 90 giorni. Non è noto, al momento, se i titolari delle due attività imprenditoriali abbiano o meno presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale o, in via alternativa, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Per la vicenda relativa, invece, ai canoni non riscossi per circa 90mila euro, la commissione prefettizia ha deliberato di dare incarico ad un avvocato per il recupero degli stessi e per il contestuale sfratto per morosità del locatario.
Quest'ultimo – si legge nel corpo della delibera - asserisce di non essere debitore di tali somme poichè le stesse andrebbero a scomputo delle migliore che avrebbe effettuato sugli immobili nel corso del rapporto. Sta di fatto che tali presunte migliorie non sono mai state autorizzate dal Comune. Il contratto, inoltre, prevedeva espressamente l'obbligo di eseguire a proprie spese e cura le opere e gli adeguamenti che si rendessero necessari per il buon mantenimento degli immobili rispetto alla destinazione d'uso prevista ed autorizzata dal Comune”. Come finirà?

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