martedì 8 settembre 2020

FURTI IN OSPEDALE. “MIO MARITO DERUBATO DELLA FEDE NUZIALE DOPO LA SUA MORTE”

NUNZIA E NICOLA IN UNO DEI LORO MOMENTI DI FELICITA'

LA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ANNUNZIATA TRUNCELLITO, DI NOVA SIRI. IL FATTO E' AVVENUTO, SECONDO LA SUA ACCUSA, AL MADONNA DELLE GRAZIE DI MATERA. E PRIMA DELLA RAPINA DELL'ANELLO, IN OCCASIONE DI UN RICOVERO PRECEDENTE, LA “RAZZIA” DI UNA COLLANA D'ORO. “MIO MARITO ERA UN PAZIENTE ONCOLOGICO. CONSIDERO I FURTI DI CUI E' STATO VITTIMA UN SACRILEGIO, UN ATTO VILE. VOGLIO GIUSTIZIA. LE FORZE DELL'ORDINE SCOPRANO I RESPONSABILI PER IMPEDIRE CHE QUESTI FATTI ACCADANO ANCORA”

NOVA SIRI - “Sulla fede di mio marito, Nicola D'Alotto, deceduto a 61 anni nell'ospedale Madonna delle Grazie di Matera per gli esiti di una malattia neoplastica, c'era inciso “Nunzia 22.08.1999”. Il mio diminutivo e la data del nostro matrimonio. Voglio sapere chi lo ha derubato della sua fede nuziale il giorno della sua morte e della sua collana d'oro con crocifisso nel corso di un precedente ricovero. Non è per l'aspetto economico di quanto portato via che ho sporto denuncia ai carabinieri di Policoro ma per quello affettivo che portavo verso gli oggetti depredati. Considero un sacrilegio quei furti in un luogo dove le persone dovrebbero essere garantite in tutto, non solo nella salute”. Lo ha detto, tutto d'un fiato, Annunziata Truncellito, 52 anni, insegnante, residente nel centro jonico, nel rendere noto quanto accaduto a suo marito, a lei stessa, alla sua famiglia. Una querela presentata il 5 giugno scorso agli uomini dell'Arma della stazione di Policoro in cui la donna ha raccontato per filo e per segno quanto avvenuto al suo Nicola, titolare di una impresa di impianti elettrici, sia in occasione del primo ricovero a Matera, il 4 maggio, con il furto della collana, sia nel secondo, il 25 maggio successivo, con la “scomparsa” della fede nuziale. Una denuncia circostanziata riportante anche i nomi di chi possa testimoniare e riferire cause e circostanze al fine di agevolare le indagini degli investigatori. Ma, dopo tre mesi dal suo esposto firmato alle forze dell'ordine, Nunzia non ha saputo nulla. Da qui la decisione di rendere pubblici, tramite il nostro blog e la nostra pagina Facebook, i furti ai danni di suo marito nel Madonna delle Grazie.

NICOLA E NUNZIA

“Io e Nicola – ha detto nel corso del nostro incontro - eravamo sposati da 21 anni, ci volevamo bene. La nostra vita, però, sino ad allora felice, è stata stravolta dal tumore che lo ha colpito nel 2017. Ma noi abbiamo continuato a vivere insieme, lottando uniti contro il male nella speranza di vincerlo. Purtroppo, dopo anni di sofferenze e peregrinazioni per gli ospedali, tra cui l'Istituto oncologico di Bari “Papa Giovanni Paolo II”, un intervento chirurgico, la chemio, il suo aggravarsi. In tre settimane la sua fine”. Nunzia, a questo punto, ha pianto. Poi, dopo essersi ripresa, ha, così, concluso: “Considero i furti di cui è stato vittima Nicola, ma potevano essere stati commessi nei confronti di altri ammalati, un atto vile. Io lavoro coi bambini. Considero anziani, minori, malati, le fascie deboli della nostra società. Vanno tutelate ed aiutate. Chi ha commesso quei furti non è degno di occuparsi di queste categorie. Si tratta di vigliacchi che hanno approfittato di una persona deceduta. Voglio giustizia”.

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