UNA VITA IN NOME DELLA FIGLIA ROSELLA E DELLA
DONAZIONE DEGLI ORGANI. COSÌ, IL PRESIDENTE DELA REPUBBLICA SERGIO
MATTARELLA HA NOMINATO COMMENDATORE IL FONDATORE E PRESIDENTE
DELL'AIDO DELLA BASILICATA
VALSINNI – Una vita in nome della figlia Rosella e della donazione degli organi. Così, Fabiano Popia, 77 anni, fondatore ed attuale presidente dell'Associazione italiana donatori di organi (Aido) della Basilicata, nato nel comune lucano dove si è ritrasferito all'età della pensione con sua moglie Elvira, è stato nominato commendatore della Repubblica italiana dal presidente Sergio Mattarella. Questa la motivazione ufficiale: «Per la sua dedizione e il suo quotidiano impegno nella promozione della cultura del dono degli organi. Fabiano Popia, nel 1995 (il 27 giugno, ndr) perde la figlia Rosella, vittima di un incidente stradale a Valsinni, dove stava trascorrendo le vacanze estive. Fabiano e la moglie Elvira, nel rispetto delle sue volontà, decidono di donare gli organi, facendo di Rosella il primo donatore multiorgano della Regione Basilicata: salva ben 7 persone».
Così quando lo chiamiamo al telefono non possiamo che fargli i nostri auguri per un titolo di altissimo significato per la sua città natale e l'intera Basilicata. “Grazie – è stata la sua risposta. Io ricordo ancora i tanti tuoi articoli sulla donazione degli organi e tutte le interviste che mi hai fatto. Ma ti dico la verità: non mi aspettavo questa nomina. Tanto che quando mi hanno chiamato dal Quirinale, pensado che fossero quelli dei vari call center, stavo per chiudere il telefono. Pensavo mi prendessero in giro. Poi, invece, già ieri sera hanno cominciato a chiamarmi i giornalisti. Ed oggi la notizia è stata diffusa dappertutto”.
Il nostro interlocutore, a questo punto, non può non riandare con la memoria ai giorni che cambiarono la sua vita: “Vivevamo a Lecco e Rosella doveva finire la quarta liceo. Venti giorni prima di scendere a Valsinni e di festeggiare il suo 18esimo compleanno ci disse che a scuola si era tenuto un incontro sulla donazione. Ci raccomandò, se gli fosse accaduto qualcosa, di donare i suoi organi”. Una sorta di premonizione. “Noi rispondemmo: sei tu che vedi far prelevare i nostri organi. Non sapevamo molto della donazione anche se mia miglie aveva avuto due trapianti di cornee. La cosa fini li. Finita la scuola Rosella scese giù. L'accompagnai io. Al mio ritorno verso Lecco, il 25 giugno, mi arrivò la telefonata: Rosella ha avuto un incidente ed ha picchiato la testa. E' a Taranto in rianimazione. Ed io a Bari scesi dal treno, presi un taxi e arrivai a Taranto. Chiamai mia moglie. Il 27 giugno 1995, alle 17, il primario ci disse che nostra figlia ci aveva lasciati. A me ed Elvira vennero in mente le sue parole di 20 giorni prima. Ci guardammo negli occhi e chiedemmo al medico se si potessero donare gli organi. Lui rimase sorpreso. Fu il primo prelievo multiorgano a Taranto e la prima donazione in assoluto in Basilicata. Arrivarono equipe da Napoli, per il cuore; da Roma, per il fegato; dalla Puglia per i reni e le cornee. Mai avevo mai visto una organizzazione così efficiente”. Da allora, quindi, caro Fabiano, hai fatto tutto in nome di Rosella? “Si. Mi sono sentito in dover di rispettare quella stupenda ragazza che pensava alla sofferenza degli altri. Come puoi permetterti di scordare quei momenti? Quando vado nelle scuole e parlo di lei mi prende il magone”.
Anche adesso ti prende la commozione. Quel titolo di commendatore della Repubblica italiana lo ha conquistato tua figlia con la sua nobile volontà e voi nel rispettarla. Popia: “Non so cosa significhi il titolo che mi ha dato il presidente Mattarella ma il pensiero che oggi in tutta Italia si è parlato dell'Aido mi ha riempito di grandissima soddisfazione. E' stato divulgato il messaggio della donazione degli organi”. Nel ricordo di Rosella Popia.
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