Carissimi amici e followers,
non dite subito, dopo aver letto il titolo di questo post, che sono il solito megalomane paragonandomi all'attuale presidente Usa pur se in fase di imminente sostituzione. O non pensiate che abbia fomentato una qualsiasi “insurrezione”. Il paragone, infatti, è solo “social”. Cosa voglio dire? Che Facebook, proprio mentre sospendeva l'account di Trump, assumeva una decisione quasi simile per me. I più attenti di voi, infatti, avranno notato che ieri ed oggi la mia attività giornalistica sul mio blog, filippomele.blogspot.com, e sulla mia pagina Facebook, Filippo Mele giornalista, è stata alquanto ridotta rispetto al consueto standard giornaliero. Perchè? Perchè da due giorni il social network mi ha bloccato la possibilità di condividere sulla mia pagina i post del mio blog. E mi ha tolto, in pochi secondi, dalla stessa pagina ben 299 post degli ultimi mesi. Ho subito, quindi, anche una sorta di "punizione" post datata. E non mi fa più andare sul blog dalla pagina nè mi fa condividere i miei post con i gruppi a cui sono iscritto. Avrei violato, a dire di Facebook, gli standard della community. Ovviamente, sia ieri sia oggi, e lo farò anche domani e dopodomani e successivamente, ho scritto al social network che non sono d'accordo affatto con la decisione assunta nei miei confronti. Io sono un giornalista iscritto all'Ordine prima di Bari poi di Potenza, tessera n. 53824, dal lontano 2 novembre 1985, e sono un medico chirurgo iscritto all'ordine di Matera, n. iscrizione 633, dal 17 giugno 1980. Mai ho subito proteste o accuse di ordine deontologico. I miei articoli sono di cronaca, politica, medicina, società, arte, sport. Non ho violato nulla in materia di spam come inteso da Facebook. Altrimenti voglio essere denunciato alla Polizia postale. Oltretutto il social network ha mantenuto sulla mia pagina i post cancellati due gioni fa per mesi. Come mai si è accorto solo ora che “violavano gli standard della community?” E se qualcuno ha segnalato negativamente la mia attività, guarda caso proprio nel “Cuore” della vicenda Covid-scorie nucleari, sarebbe giusto che io abbia il diritto di replica od un contraddittorio. Oltretutto, io sono un cronista minacciato dalla criminalità organizzata, come i miei amici e followers sanno bene, e come si può leggere su questo articolo della Gazzetta del mezzogiorno visionabile cliccando sul link https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/1067555/giornalista-minacciato-a-scanzano-jonico-non-mi-fermo-non-ho-paura-di-voi.html. Ho concluso, cari amici e followers, chiedendo a Facebook di rivedere la sua decisione nei miei confronti restituendomi onorabilità, decoro, funzionalità sui social. Sto subendo, infatti, per questa limitazione della mia attività, danni notevolissimi. Attendo immediate decisioni in merito. Filippo Mele, fatte, ovviamente, le debite proporzioni, non è Donald Trump.
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