sabato 17 luglio 2021

SCANZANO JONICO. SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE. NON E' FINITA

RAFFAELLO RIPOLI, EX SINDACO DI SCANZANO JONICO

APPELLO AL CONSIGLIO DI STATO DELL'EX SINDACO, RAFFAELLO RIPOLI, AVVERSO ALLA SENTENZA DEL TAR DEL LAZIO DEL 1 GIUGNO SCORSO. SENTENZA CON CUI E' STATO RIGETTATO IL RICORSO CONTRO LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL DICEMBRE 2019 PER INFILTRAZIONI MAFIOSE

SCANZANO JONICO - Raffaello Ripoli, sindaco sino allo scioglimento del Consiglio comunale, dicembre 2019, con la pesante accusa di infiltrazioni mafiose, non si arrende. Ha dato mandato, pertanto, all'avvocato Gianni Di Pierri, di presentare appello al Consiglio di Stato avverso alla sentenza del 1 giugno scorso con cui il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso dello stesso Ripoli e di Silvio De Marco, ex presidente del Consiglio, e degli ex assessori Sante Pantano, Donatella Puce, Santolo Sabato e Rosanna Sisto, avverso allo scioglimento dell'assemblea municipale. Nell'atto si chiede “l'annullamento /riforma della sentenza del citato Tar del Lazio che ha respinto il ricorso promosso avverso i1 Decreto del Presidente della Repubblica del 27.12.2019 di scioglimento del Comune di Scanzano Jonico (MT) e nomina della commissione straordinaria e degli atti connessi, preordinati e conseguenti, e per l'accoglimento del ricorso di primo grado del quale qui si reiterano ogni domanda e motivo e con cui si chiedeva l'annullamento”. Corposo il contenuto dell'appello, ben 30 pagine, con cui l'avvocato Di Pierri motiva la sua richiesta per conto dell'ex primo cittadino. Il documento contiene anche una richiesta di sospensiva così motivata: “Si rappresenta per un verso I'approssimarsi delle elezioni amministrative, che renderebbero vana ogni pronunzia se non ai limitati (se pur importanti) profili di riabilitazione morale del ricorrente, per altro la pendenza della procedura di incandidabilità intrapresa a carico dell'appellante innanzi al Tribunale di Matera. Per quanto dal provvedimento di scioglimento dell'amministrazione comunale non consegua automaticamente una dichiarazione d'incandidabilità degli amministratori (essendo fondata su presupposti diversi), è palese il grave danno subito dall'appellante per effetto della sentenza impugnata anche in forza delle sue inevitabili ripercussioni sulla medesima procedura di incandidabilità. E' stato provato che non sussiste alcuna colpa né alcuna omissione nella gestione della cosa pubblica, e tanto si chiede che venga dichiarato da codesta Autorità Giudiziaria”. Ricordiamo che il 25 aprile scorso il Consiglio dei ministri, su proposta del titolare degli “Interni”, Giuliana Lamorgese, ha deliberato la proroga, per ulteriori 6 mesi (sino al dicembre 2021), dello scioglimento del Consiglio comunale di Scanzano Jonico ritenendo, da parte del Governo nazionale, che non è stata ancora esaurita l'azione di recupero e risanamento delle istituzioni locali dai condizionamenti della criminalità organizzata.

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